PALLA AL CENTRO

Il fenomeno spagnolo, esempio per l'Italia

Sempre i soliti, una dittatura. Un dominio del calcio spagnolo che si è aggiudicato 14 degli ultimi 15 trofei europei, tenendo conto anche della Supercoppa. Questa volta il trionfo è di una città, Madrid: la Champions al Real e l’Europa League all’Atletico. Non una casualità, ma l’affermazione di una superiorità. In Champions, infatti, il Real ha centrato il terzo trionfo di fila, il 13° nella storia. Negli ultimi cinque anni la Spagna si è imposta con il Real (quattro volte) e con il Barcellona. Nell’Europa League solo il Manchester United ha spezzato l’egemonia iberica nelle ultime cinque stagioni con tre successi del Siviglia e uno dell’Atletico. Andando più a ritroso, sei delle ultime nove edizioni sono finite in Spagna (tre volte Siviglia e altrettante Atletico). Vincono sempre loro, perché hanno i giocatori più forti. Negli ultimi dieci anni il Pallone d’Oro è stato una questione personale tra Leo Messi e Cristiano Ronaldo, le bandiere del Barcellona e del Real. Vincono sempre loro perché, grazie ai campioni e al merchandising, riescono a far lievitare i ricavi. Il Real nella stagione 2016-2017 ha fatturato 675 milioni e il Barcellona si è fermato a 648. Numeri che vanno inquadrati in un contesto, quello della Liga, che vale tre miliardi. Tanto per rendere l’idea della differenza di valori, la Juventus, da tutti indicata come un modello di gestione societaria in Italia, potrebbe arrivare in questa stagione al culmine del suo exploit a 540 milioni di fatturato con un probabile rosso dovuto al lievitare del monte ingaggi. La superiorità del calcio spagnolo - che comprende anche i trionfi della Nazionale - ha radici lontane, dai tempi in cui per favorire l’arrivo dei campioni dall’estero era stata abbassata la pressione fiscale; da quando le banche foraggiavano il calcio. Un impulso recepito dal movimento che sta monetizzando i diritti televisivi. Più che a litigare in Spagna pensano a come far fruttare il giocattolino che hanno tra le mani. E poi, chiaramente, c’è il talento dei calciatori. Una nidiata di campioni che ha vinto Europei e Mondiali, dietro la quale c’è un lavoro a livello di settore giovanile che frutta titoli e ricambi. Un fenomeno da studiare per i dirigenti italiani, in Federazione e in Lega, che continuano ad azzuffarsi.
@roccocoletti1. ©RIPRODUZIONE RISERVATA