Il fratello: «Gianluca è un guerriero»

Davide gioca nel Saluzzo: «Ogni anno sfida a suon di gol: chi perde paga la cena»

PESCARA. La settimana scorsa aveva segnato superando suo fratello. Davide Lapadula non si aspettava il contro-sorpasso, ma Gianluca non ha avuto pietà rifilando una doppietta al Como. Con 8 reti l’attaccante del Pescara è in vantaggio di un gol su Davide che milita nel Saluzzo (Eccellenza piemontese). La scommessa va avanti da anni e chi perde paga la cena di pesce. «Come spesso accade», racconta Davide Lapadula, «la sfida è avvincente. Ovviamente, spero che Gianluca continui a segnare. La scommessa è solo un modo per trascorrere una serata insieme».

Da sempre il pallone è la loro passione. «Iniziammo nella scuola calcio della Juventus. Dopo un paio di stagioni io andai in un altro club del Piemonte, mentre Gianluca rimase in bianconero per 12 anni. Poi fummo presi entrambi dal Treviso, io giocavo nella Primavera lui negli Allievi (Davide è nato nel 1988, Gianluca nel 1990, ndc). Vivevamo al convitto e il nostro legame divenne ancora più forte. Inoltre, abbiamo avuto sempre gli stessi hobby: il calcio, la musica e le discoteche. Lui è un ballerino straordinario. Al di là di questo, per me è un esempio, soprattutto come persona. È generoso, ha un gran cuore e non lo dico perché è mio fratello». Poi c’è la sorella, Anna, che ha 23 anni. «Come dice anche Gianluca, lei è la nostra “luce”». Dopo Teramo, Gianluca ha conquistato anche Pescara. «Lo vedo sereno. Oddo crede nelle sue qualità e lui in Abruzzo è contento. Pescara è una piazza esigente, ma Gianluca non teme le responsabilità».

Con un po’ di ritardo è salito alla ribalta. «Le esperienze negative a Cesena e Frosinone lo hanno fortificato. Ha vissuto periodi duri anche a causa di qualche problema fisico, ma ha reagito e non si è più fermato. Ora anche se segna una tripletta non si esalta, ma pensa subito alla gara successiva. Nel calcio, oggi sei un fenomeno e domani può essere considerato un brocco. Ricordo ancora chi qualche anno fa gli affibbiò il soprannome di “brutto anatroccolo”». Invece, Davide lo ha sempre chiamato “William Wallace”, il condottiero scozzese di Braveheart. «Mi sembrava logico l'accostamento perché è un guerriero». L’interesse di alcuni club di A spaventa i pescaresi. «Gli consiglio di restare provando a conquistare la promozione con questa maglia. In fondo, Pescara è tra le migliori piazze della B e i tifosi gli vogliono bene». (g.t.)

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