Il Pescara prepara l’assalto all’Avellino... zemaniano 

A sorpresa i biancoverdi vantano il secondo migliore attacco del campionato

PESCARA. Spesso i numeri riescono a fotografare fedelmente la realtà. Nel calcio vengono utilizzati per fini molteplici. Servono a tracciare descrizioni di squadre, profili di calciatori e allenatori. Molte volte sono indicatori preziosi che, con il passare del tempo, possono trasformarsi in vere e proprie etichette. Ne sa qualcosa Zdenek Zeman che nel corso della sua carriera si è guadagnato la fama di costruttore di macchine da gol. Quasi sempre le sue creature hanno messo a segno (e subìto) valanghe di reti. E anche nel torneo in corso non c’è da lamentarsi. Con 17 gol fatti e 14 incassati in nove giornate di certo i tifosi biancazzurri non si sono annoiati assistendo ai match del Delfino. Ma i numeri, talvolta, possono anche sorprendere e stabilire singolari gerarchie. Come quella che, in quanto a reti segnate, vede l’Avellino davanti al Pescara (18 contro 17). E anche nella voce “reti subite” i biancoverdi hanno staccato gli adriatici (17 a 14) dopo il clamoroso ko casalingo (2-3) nell’ultimo turno con la Salernitana. Dati che potrebbero essere accettati senza la necessità di indagare sulle cause se non si sapessero i nomi dei due allenatori. Proprio le presenze di Zeman sulla panchina del Pescara e di Novellino su quella dei biancoverdi irpini rendono il quadro abbastanza strano. Nel corso della sua carriera il boemo ha sempre proposto un calcio spregiudicato, spettacolare e iper-offensivo. Al contrario, Monzon si è sempre distinto per la concretezza e il pragmatismo, l’ordine tattico e l’equilibrio. Le sue squadre hanno spesso incarnato il suo carattere forte e concesso poco agli avversari. Ecco perché è quantomeno insolito vedere i biancoverdi con il secondo migliore attacco (alle spalle dell’Empoli) e la quarta peggiore difesa del campionato. Nelle prime nove partite, gli irpini hanno segnato 18 gol e ne ha subiti 17. E allora, non c’è dubbio, Pescara e Avellino non sono ancora strutturate come vorrebbero i tecnici e dovranno rimediare al più presto.
Il presidente Daniele Sebastiani ha la sua chiave di lettura: «Gli allenatori incidono fino a un certo punto, poi in campo vanno i calciatori. Se il Pescara gioca bene siamo contenti, altrimenti ci accontentiamo dei risultati positivi che comunque Zeman cerca di raggiungere sempre attraverso un calcio spettacolare. Il problema è se non arrivano nè il bel gioco nè i risultati». Poi Sebastiani avverte. «L’Avellino è molto forte, dovremo fare attenzione. Quest’anno non ci sono avversari scarsi».
Mal d’Adriatico. Zeman ha l’obiettivo di trasferire i suoi concetti alla squadra. Ci vorrà un altro po’ di tempo affinché i meccanismi vengano assimilati. Nel frattempo, nonostante i punti gettati alle ortiche, il Delfino è in zona play off soprattutto grazie al buon rendimento in trasferta (8 punti in 5 gare). In casa, invece, il trend non è affatto soddisfacente. In 4 partite i biancazzurri hanno pareggiato in due occasioni, perso con il Cittadella e vinto una sola volta quasi due mesi fa. Era il 27 agosto, prima gara di campionato, e il Delfino ha travolto il Foggia (5-1). Domani con l’Avellino sarà fondamentale tornare al successo, anche per presentarsi al meglio alla sfida nel turno infrasettimanale in programma martedì sera (ore 20,30) in casa della capolista Empoli.
Sfida tra bomber. All’Adriatico andrà in scena il duello a distanza tra Pettinari e Ardemagni, i migliori cannonieri di Pescara e Avellino. Nonostante sia a secco da oltre un mese (5 gare), il centravanti biancazzurro ha resistito alle spinte di Ganz che scalpita per soffiargli il posto. All’Avellino segnò due reti a maggio del 2015, ma il Pescara di Baroni perse 3-2 in Irpinia. Anche Ardemagni ne fece due al Delfino all’Adriatico regalando tre punti al Padova nel 2011. La punta biancoverde è a digiuno da tre gare e l’ultima gioia se l’è tolta segnando una doppietta a Novara il 23 settembre. Dunque, entrambi avranno una gran voglia di tornare a graffiare.