Il Pescara spaventa la capolista

Pari prezioso a Verona. Giallo nel finale, rete annullata a Zizzari

VERONA. Nulla di fatto al Bentegodi. Il Verona e il Pescara vanno in bianco e ad approfittare del pareggio nello scontro al vertice è il Portogruaro, il terzo incomodo salito in vetta alla classifica, grazie al successo di Taranto, affiancando gli scaligeri.
Il Pescara, quindi, ha accarezzato per 90’ il sogno del sorpasso per poi ritrovarsi due squadre davanti in graduatoria e le altre alle spalle, pronte a farsi sotto.

Campionato più che mai indecifrabile, il girone B della Prima divisione, a quattro giornate dalla fine. I biancazzurri si ritrovano al terzo posto in classifica dopo aver confermato di attraversare un buon momento di forma. Buona la prova al Bentegodi, spettacolare per 30’, anche se poco incisiva; gagliarda per l’altra ora di gioco.
Partita chiusa con un gol annullato a Francesco Zizzari a tre minuti dalla fine. Un giallo l’azione che poteva indirizzare diversamente il finale di campionato. Il centravanti sostiene di aver subito fallo, le immagini fanno vedere che si strattona con il difensore Comazzi.

E comunque lì vicino c’è Mengoni che reclama un fallo da rigore. Palazzino se l’è cavata con il classico “fallo di confusione” dopo aver tollerato per tutta la gara il contatto fisico tra i giocatori. Episodio controverso. Resta il buon Pescara, quello che cerca di imporre il suo gioco sul campo della prima della classe. Restano 30’ (i primi) in cui ha messo in ambasce il Verona, reduce da una vittoria nelle ultime sei gare.

Gioco fluido e intenso davanti a oltre 18mila paganti: padroni di casa alle corde, costretti ad arrancare nella propria metà campo.
Addirittura, sul punto di cadere, al 10’, quando Marco Sansovini davanti al portiere si fa respingere il tiro. Pescara padrone del campo, ma incapace di monetizzare tanta superiorità al cospetto della capolista in netta difficoltà. Che, un po’ alla volta, si è ripresa, creando qualche palla gol sventata dal reattivo Pinna. Episodi più che vera pressione frutto di azioni corali.

Gli scaligeri più aggressivi all’inizio del secondo tempo, sospinti da un pubblico numericamente da serie A. Supremazia territoriale senza grande incisività lì davanti. Il Pescara regge bene l’urto, dimostra personalità ed esce alla distanza.
Tiene la difesa, il centrocampo non va mai in affanno. Dettori lo dirige con abilità. Alla lunga le punte perdono di lucidità.

Ecco, quindi, che arrivano i cambi a rivitalizzare un Pescara che alla fine accarezza i tre punti: esplode di gioia la curva ospite del Bentegodi popolata da 2.500 tifosi biancazzurri, quando Zizzari tocca il pallone che s’insacca alle spalle di Rafael. Un’illusione, perché il fischio di Palazzino di Ciampino fa tirare un sospiro di sollievo alla stragrande maggioranza dello stadio sull’orlo di una crisi di pianto. Finisce in parità, come nella gara d’andata.

E il Portogruaro si frega le mani per l’aggancio in vetta alla classifica. Il Pescara è in salute: quinto risultato utile di fila e la sensazione di solidità e brillantezza. A tratti capace di sciorinare gioco e occasioni da rete e a tratti pronto a lottare su ogni pallone con il coltello tra i denti.
Il Bentegodi, però, resta un tabù: mai una vittoria biancazzurra contro i gialloblù. Il Verona, invece, esce dal campo tra i fischi, contestazione di circa mille persone fuori dai cancelli. Il tecnico Remondina sulla graticola. Se ci arriverà, sarà decisiva la sfida di domenica a Ferrara. All’ultima giornata è in programma Verona-Portogruaro, tutto è ancora possibile.

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