Il presidente Elkann: «Rappresenta il meglio dell’Italia»

Alla fine della sua prima presentazione di una monoposto da presidente della Ferrari, John Elkann passa dall'inglese all'italiano e pronuncia le parole più forti del suo breve discorso: «Essere...

Alla fine della sua prima presentazione di una monoposto da presidente della Ferrari, John Elkann passa dall'inglese all'italiano e pronuncia le parole più forti del suo breve discorso: «Essere Ferrari significa l'orgoglio di una squadra che unisce un intero Paese, e che rappresenta il meglio dell'Italia». E cioè: «Inventiva, ingegnosità, intraprendenza e soprattutto il cuore, rosso Ferrari», dice il nipote dell'avvocato Gianni Agnelli, da luglio 2018 alla guida del Cavallino Rampante, subentrato poco prima della scomparsa di Sergio Marchionne, quando ormai le condizioni del manager italo-canadese erano gravissime. Elkann parla da uomo-squadra. Ed è proprio questa l'idea su cui insiste, prendendo Mattia Binotto, il nuovo team principal dopo un quarto di secolo in Ferrari, come esempio: «Lo sa bene Mattia», dice Elkann, «che ha lavorato con crescenti responsabilità nel corso degli ultimi 25 anni: lui sa quanto sia importante che tutti, dai piloti ai neoassunti, in pista e fuori, durante la stagione e fuori, lavorino insieme e diano il massimo: perché in Ferrari ogni cosa conta e ognuno conta». Essere Ferrari, spiega riprendendo l'hashtag della giornata a Maranello e ricordando il fondatore del Cavallino, «significa anzitutto appartenere a qualche cosa di unico: una storia iniziata 90 anni fa dalla tenacia di Enzo Ferrari, e soprattutto dalla sua passione per le corse e per le vittorie». Elkann interviene quando la SF90 è già sotto i riflettori: «Non è solo una macchina bellissima, ma competitiva», promette. Poi posa anche lui con il cappellino rosso con tutta la squadra, dai piloti a Piero Ferrari, il figlio del Drake e vicepresidente, per una simbolica grande foto di famiglia, tutti dietro all'ultima nata.