Il sogno di Morgante: rilanciare il Celano e valorizzare i giovani

Serie D, quarto posto in classifica a 4 punti dalla vetta «Ma l’obiettivo è la salvezza e contiamo sui nostri tifosi»

CELANO. Un po’ Petrelli, un po’ Torti e un po’ Modica. Per Luigi Morgante, allenatore del Celano che naviga in alta classifica nel campionato di serie D (7 partite giocate: tre vittorie, due pareggi e due sconfitte) con 11 punti e prima delle abruzzesi, è un momento d’oro.

Quarti a 4 punti dalla vetta. Si può sognare?

«Assolutamente no, perché i valori sul campo verranno fuori e ci sono squadre più attrezzate per la categoria che hanno investito più di noi e quindi alla lunga, tra squalifiche e infortuni, avranno ricambi diversi che potranno fare la differenza. Il nostro obiettivo rimane quello della salvezza».

Si aspettava un inizio così promettente?

«Non me l'aspettavo, ma ho sempre sostenuto e confermo di avere una buona squadra che non ha nulla da invidiare alle altre come caratura e personalità. Abbiamo 4-5 giocatori (Granaiola, Marfia, Fuschi, Aquaro, Bartoletti ndr) che come esperienza e personalità si amalgamano bene con la nidiata di ragazzi sui quali il Celano punta e che hanno delle qualità».

C’è qualche giovane che l’ha sorpresa in positivo?

«Oltre a Rea e Dema, che come regolamento devono giocare e lo fanno bene, bravo lo stesso Lancia, 19 anni, che si porta già un campionato alle spalle. Sono soddisfatto poi di Evangelisti, Mercogliano, per citarne alcuni, ma tutti i ragazzi ci possono dare una bella mano».

Dal pubblico cosa si aspetta?

«Continuo a sostenere che Celano ha bisogno della propria gente. Ce ne accorgiamo quando andiamo fuori casa: le squadre sono sostenute. Avendo avuto la fortuna di disputare partite importanti con il Celano, con tanto pubblico sugli spalti, dico che è così che sale il morale. Noi, però, dobbiamo metterci del nostro per portare più gente allo stadio».

Le altre squadre abruzzesi?

«Il Giulianova mi ha fatto un'ottima impressione, per quanto riguarda il Sulmona non sarà quello della coppa, mi aspetto una squadra diversa e c'è anche l'Amiternina che è formazione di categoria. L'Angolana è in difficoltà, ma sono sicuro che si riprenderà».

C'è qualche allenatore al quale si ispira?

«Per cultura di lavoro è Modica, mentre Petrelli, nella gestione dello spogliatoio, è un maestro assoluto. Torti è un tecnico che ci capisce e mi ha insegnato molto all'Interregionale ad Avezzano. Il segreto, però, per emergere lo rivelo attraverso un aneddoto: ricordo che una volta a Milanello, durante un mio provino con il Milan, vidi Gullit che faceva il muro per perfezionare il tiro. Se lo faceva un campione che aveva vinto tutto... Oggi ai ragazzi bisogna insegnare i fondamentali, più che i moduli. Si costruisce così un professionista, non si finisce mai di imparare. Zanon è arrivato in serie A grazie alla sua abnegazione, perché non sognare? E questo vale anche per i tecnici giovani» .

La società, da un anno a questa parte, ha cambiato pelle.

«A questa società capitanata dal presidente Benito Marcanio e coadiuvata dal lavoro di Emilio Capaldi, credo vada fatto un plauso. È solo grazie a loro che oggi si va ancora allo stadio. Dopo l'ottima gestione Piccone, oggi si cerca di proseguire per garantire un palcoscenico di livello a una società blasonata come il Celano».

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