Il Teramo è fragile, la discesa continua 

Il Pordenone sbaglia un rigore, poi fa due gol (uno in fuorigioco). Il Diavolo stravolto dalle assenze ci prova senza fortuna

TERAMO. La discesa del Teramo in classifica prosegue inesorabile, complici i risultati positivi di alcune dirette concorrenti. Alle tre illusorie vittorie iniziali di Maurizi sono seguiti tre pareggi e quattro sconfitte, l’ultima nella gelida serata di ieri al Bonolis. Ma stavolta non è il caso di affondare il bisturi della critica. Un po’ perché il Pordenone si è confermato in riva al Tordino una squadra di rango, un po’ perché il Teramo di ieri era stravolto e depotenziato da sei assenze pesanti.
È andata, dunque, come doveva andare, sebbene in campo ci sia stata battaglia fino alla fine. Stavolta Maurizi ha scelto di giocarsela a viso aperto, abbandonando (per necessità, d’accordo, ma anche per scelta) la difesa a cinque e invitando i suoi all’aggressione a tutto campo. Il tecnico romano si è messo a specchio degli avversari, piazzando Ranieri in trequarti per tenere fuori dal gioco l’ottimo metodista avversario Burrai. Questo gli è riuscito. Il punto però è che, quando il Pordenone usciva dalla pressione biancorossa, erano dolori. E si è visto subito, perché dopo un avvio di marca teramana Altobelli al 10’ ha steso Candellone in area e l’arbitro, un tipo certamente poco propenso a penalizzare la capolista, ha assegnato il rigore. Lewandowski ha parato il piattone di Burrai dal dischetto e il Teramo è tornato ad assaltare, costringendo Bindi al tuffo su una botta dell’indiavolato De Grazia e mandando al tiro anche Ranieri (di poco alto). Al 19’, però, la rimaneggiata difesa teramana ha svelato tutta la sua fragilità: cross di Candellone da destra, sponda di testa di Magnaghi e inserimento vincente del trequartista Gavazzi tutto solo in area. Tagliati fuori malamente Mantini, i due centrali e anche Proietti. A quel punto il Teramo ha perso slancio e ha concesso più campo. Al 36’ un’azione lunga e lenta degli ospiti sulla sinistra ha portato Bombagi a tirare indisturbato dai venti metri. Lewandowski si è impaperato facendosi sfuggire la palla, il guardalinee sotto i distinti ancora di più perché non ha visto il fuorigioco di Candellone che l’ha toccata dentro. 0-2 con “aiutino” e la sensazione che la partita fosse già finita, anche se Piccioni subito prima dell’intervallo ha provato a riaprirla con un numero da applausi (palla alta).
Nella ripresa Maurizi ha man mano reso più offensiva la squadra, prima con Bacio Terracino in trequarti al posto di Ranieri, poi passando al 4-3-3 con Bacio ala sinistra e Di Renzo che partiva da destra e si accentrava, infine osando un 4-2-4 con Bacio e Cappa sulle ali. Il Teramo, pur continuando a ballare quando il Pordenone attaccava, ha concluso a rete diverse volte e in un’occasione, al 30’, ha anche trovato il gol con Bacio Terracino su sponda aerea di Piccioni, ma lo stesso guardalinee di cui sopra ha sbandierato il fuorigioco (dubbio...). Una botta di Mantini dal limite deviata in tuffo da Bindi al 36’ ha sancito che non era serata. Stavolta alla fine il pubblico non ha fischiato, perché questo Teramo di ragazzini ci ha provato e ha giocato al calcio. La fragilità della squadra, però, è evidente, assenze o non assenze. E se non ci si mette presto rimedio, sarà dura.
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