Serie C

Il Teramo c’è, pari e rimpianti col Renate 

I biancorossi strappano un punto in casa della vicecapolista. Buon primo tempo, nella ripresa Calore salva il risultato

MEDA. Il Teramo non guarisce dalla “pareggite” (nono segno “X” in campionato) ma Antonino Asta può guardare il bicchiere mezzo pieno.
Contro la seconda forza del girone, nonché miglior difesa del raggruppamento, finisce 0-0 ed il suo Teramo non sfigura, domina nel primo tempo ed è più conservativo in una ripresa in cui s’aggrappa esclusivamente a Calore, indiscusso uomo partita decisivo in almeno tre occasioni.
Asta conferma le indiscrezioni della vigilia (dentro Ilari che va a rinforzare la mediana, fuori Bacio Terracino: è questo l’unico cambio rispetto alla sfida con il Gubbio), manda in campo i suoi con il 3-5-2 che deve però cambiare presto d’interpreti perché poco dopo la mezz’ora Amadio, designato a svolgere i compiti in regia, lascia il posto a Graziano.
Il Renate è invece alle prese con un’emergenza che fa paura: cinque assenze pesanti ed un approccio alla sfida che sembra confermare le difficoltà di una squadra priva di alcuni dei suoi migliori interpreti.
Poche emozioni, ancora meno i brividi in un primo tempo in cui di occasioni ne arrivano con il contagocce e gli sprechi del Teramo non fanno altro che riempire di rimpianti il pomeriggio.
La tanta attenzione in fase di non possesso, la solita compattezza e la piena emergenza del Renate che sembra avere una certa importanza vanno a cancellare le differenze che recita la classifica.
Perché ad interpretare il ruolo di protagonista nel primo tempo ci pensa solo il Teramo.
Che imbriglia la manovra del Renate, la costringe ad un lungo ed improduttivo possesso palla che finisce per consegnare una prima, potenziale occasione quando De Grazia capisce le intenzioni di Vannucci, scippa palla agli avversari e lancia in area di rigore Foggia, lento e macchinoso nel controllo che non gli consente né di servire Tulli – completamente libero sull’altezza del dischetto – né di concludere verso lo specchio della porta.
A testimoniare le buone intenzioni del Teramo sono però i numerosi squilli che le due punte continuano a recapitare a quella che è la miglior difesa del girone.
Funzionano le corsie, ne dà una prova Ventola al 27’ quando con una sua discesa fa tremare il Renate che ringrazia ancora Foggia, autore di una conclusione troppo debole che trova il facile intervento di Di Gregorio.
Più attivo il compagno di reparto Tulli che, nel ricevere una delle ultime verticalizzazioni di Amadio prima che lo stesso debba arrendersi a guai fisici, prova a sbloccare il risultato dalla distanza sfiorando di poco il palo.
La conferma del fatto che il Renate sia lassù per meriti indiscutibili arriva puntuale nella ripresa.
Il Teramo cerca varchi ma immediatamente i padroni di casa fanno la voce grossa. Due volte è super Calore, che si oppone prima ad una conclusione a botta sicura nell’area piccola (47’) e poi, sempre sugli sviluppi di un corner, si supera sul colpo di testa di Lunetta (51’).
Aggrappato alle prodezze del suo portiere il Teramo si rintana nella propria metà campo, perde d’intensità sulle corsie ma non snatura comunque il suo credo tattico cercando, senza troppa convinzione, di sfondare sulle corsie.
A punire il Renate ci prova Graziano, che sfiora il gol dell’ex incontrando uno strepitoso Di Graziano in chiusura sul suo colpo di testa.
Il protagonista assoluto è però ancora il portiere Tomasch Calore: il Renate prova in tutti i modi a far valere la supremazia territoriale ma Simonetti, mentre vede la sfera correre verso il sacco, è costretto ad arrendersi alla smanacciata dell’estremo difensore che lascia invariato il risultato.
Matteo Colombo