«In Eccellenza partite in diretta streaming» 

Ortolano annuncia le novità e spiega la riduzione degli organici

PESCARA. Si riparte. I dilettanti abruzzesi tornano in campo, oggi, per l’andata del primo turno della coppa Italia di Eccellenza. Domenica prossima toccherà alla Promozione, sempre con la coppa. In attesa del via ai campionati. A benedire questa ripartenza c’è Daniele Ortolano, il presidente del comitato regionale della Lnd che nella diretta Facebook al Centro ha affrontato varie tematiche inerenti i dilettanti abruzzesi.
Ortolano, è stata un’estate particolare?
«Sì, siamo stati chiamati ad affrontare alcune problematiche. In primis va detto che gli organici di Eccellenza e Promozione sono stati composti senza problemi. In Eccellenza riabbracciamo una piazza storica come Nereto grazie al trasferimento del titolo della Virtus Teramo, visto che a livello infrastrutturale non c’è posto per il calcio dilettantistico a Teramo. Ci fa piacere riavere Nereto che pullula di passione e entusiasmo. Non avremo più il Celano e il Cologna. A proposito, il mio pensiero va a Ermanno Piccone (l’ex presidente del Celano scomparso alcuni giorni fa), un grande dirigente. Un esempio a livello calcistico, imprenditoriale e, soprattutto, umano».
I problemi in Prima e Seconda.
«Abbiamo scelto di non prosciugare la Terza categoria, anche perché vogliamo rilanciarla con alcune iniziative. E quindi non abbiamo riaperto i termini per i ripescaggi. La scelta è stata quella di varare una Prima categoria a quattro gironi con 71 club, anziché 80, e una Seconda con 80 squadre anziché 89. Nei prossimi giorni dovremo fare i gironi di Seconda nella speranza di non scontentare le aspettative dei dirigenti e degli sportivi».
C’è L’Aquila, esclusa dalla serie D, che chiede un posto nel miglior campionato possibile.
«A questo punto della stagione la palla è nelle mani del commissario Fabbricini e del presidente della Lnd Cosimo Sibilia. La nuova affiliazione, solitamente, parte dalla Terza categoria, ma c’è la volontà di aiutare una piazza come L’Aquila. Essendo stata esclusa dalla serie D, il miglior campionato possibile può essere la Prima categoria. Capisco le ambizioni della tifoseria e della piazza, ma credo che di più non si possa fare anche perché non vanno lesi i diritti degli altri. Questo è il mio pensiero, ma dal punto di vista pratico siamo ancora in attesa di una comunicazione ufficiale. Piuttosto, mi dispiace per le cattiverie che circolano sul mio conto nel capoluogo; io sono e resto per il rispetto delle regole. Che valgono per tutti a tutela di tutti».
Ci saranno delle novità in Eccellenza?
«Il 27 agosto a Francavilla presenteremo i calendari e nell’occasione sottoporrò alle società un progetto che prevede la trasmissione, ogni giornata, di quattro partite in streaming (su Rete 8, ndr). E’ un’idea che stiamo valutando e perfezionando nella speranza di fare anche gli interessi economici dei club».
Tra i dilettanti c’è stata un’invasione di giocatori spagnoli.
«Qualche anno fa c’era stata la moda degli argentini, oggi degli spagnoli. Io sono contrario, tanto per essere chiaro. Penso che il calcio dilettantistico sia socializzazione e che si debba dare spazio ai nostri ragazzi».
I gironi della serie D non sono stati fatti. Le abruzzesi temono di trovare il Bari sulla propria strada.
«Non penso, almeno dalle informazioni che ho io. Non c’è intenzione di stravolgere la composizione geografica dei gironi. E negli ultimi anni le abruzzesi non sono andate in Puglia. Piuttosto hanno giocato contro le romagnole. Quindi, più che un pericolo Bari ci potrebbe essere il Cesena sulla strada delle nostre squadre».
Parlava della 3ª categoria.
«E’ il campionato amatoriale per Eccellenza. Che va rilanciato perché il calcio è divertimento e socializzazione. E io ho ancora negli occhi lo spettacolo delle tribune piene a Palena e dei mille spettatori per Vacri-Ripa Teatina della passata stagione. Passione ed entusiasmo vanno alimentati; il calcio non è solo quello dei ricchi e stiamo studiando delle iniziative per dare più visibilità alla Prima».
Il rapporto con gli arbitri?
«In Eccellenza e Promozione, al di là di alcuni picchi di vivacità, non siamo andati male. Resta qualcosa da fare in Seconda categoria dove qualche problema l’abbiamo avuto. Non è facile fare l’arbitro oggi a 17 anni, noi siamo comunque a difesa e a tutela degli arbitri. Magari la speranza è che i presidenti di sezione lancino i giovani senza mandarli allo sbaraglio, facendoli crescere un po’ alla volta».
Lei è componente del direttivo della Lnd che vuole elezioni subito ed è contro il commissario.
«Il problema è il coinvolgimento delle varie componenti nell’adozione di taluni provvedimenti. Non c’è mai stato. Sono state prese delle decisioni, a mio avviso, affrettate che poi la giustizia sportiva ha cancellato. Per quanto riguarda il ritorno al voto, credo che sia auspicabile».
Dilettanti e amministrazioni comunali. Sempre più frizioni per le tariffe da pagare per gli impianti.
«Io dico che il 50-60% dei sindaci sono fantastici, si adoperano per conservare e tutelare il calcio di base. Poi, c’è chi si appella al patto di stabilità e lì nascono i problemi. Noi ci poniamo come mediatori perché, specialmente nei paesi, il calcio era e resta un elemento di socializzazione. Di formazione per i bambini. E questo non bisogna mai dimenticarlo».
@roccocoletti1. ©RIPRODUZIONE RISERVATA