Juve, un’altra prova di forza 

Batte la Fiorentina, scaccia gli incubi di Champions e dà il via alla festa

TORINO. La gioia per lo scudetto, con la delusione nel cuore per la Champions appena sfumata per l'ennesima volta. La tempesta di emozioni per la Juventus e i suoi milioni di tifosi si chiude con la soddisfazione dell'ottavo titolo consecutivo, un record assoluto per tutti i campionati più importanti. Con cinque giornate di anticipo, come in passato sono riusciti, in serie A, a fare solo il Grande Torino, la Fiorentina e l'Inter. Un titolo celebrato, ricordando anche il secondo scudetto vinto, proprio ieri, dalla squadra femminile, la Juventus women.
L'ultimo sforzo per conquistare lo scudetto già messo in cassaforte da mesi è stato il 2-1 in rimonta con la Fiorentina. Bastava un punto per avere la certezza aritmetica, ne sono arrivati tre, appena la Juventus è riuscita a tornane lucida, dopo che la Fiorentina e le scorie della notte europea l'avevano quasi tramortita. Viola in vantaggio dopo 6', con Milenkovic abile a sfruttare le indecisioni di Szczesny e Rugani, poi straripanti in contropiede: palo e traversa di Chiesa, salvataggio di Bonucci sul cross di Simeone per lo stesso attaccante che, quando è poi stato sostituito, ha diviso il pubblico dell'Allianz: applausi e fischi. Il pareggio del laterale sinistro brasiliano Alex Sandro, un colpo di testa in tuffo sul calcio d'angolo di Pjanic, e il 2-1 decisivo grazie all'autogol di Pezzella in anticipo su Bernardeschi sull'assist costruito da Ronaldo con un'accelerazione pazzesca, saltando come un birillo il difensore. A CR7 è mancato il gol, sarebbe stato il suo 600° nella carriera con squadre di club. L'ha cercato in tutti i modi, ma a parte lo scatto bruciante per il 2-1, del suo repertorio non si è visto quasi niente, nel pomeriggio del tricolore. Anzi, un tiraccio all'inizio finito neppure sul fondo, una palla svirgolata a centrocampo, tanti contrasti persi. Vedendolo un po’ depresso e dispiaciuto, Allegri, quando il portoghese è passato dalle sue parti per una rimessa laterale, gli ha battuto tre pacche sulle spalle. Ronaldo ha vinto comunque il suo primo scudetto italiano e ha assicurato di volere continuare la serie con la maglia bianconera. «Resterò alla Juve al mille per cento», la sua promessa, dopo la festa in campo, con il capo coperto di schiuma bianca che gli ha sparato Cuadrado, canticchiando l'inno della Juventus.
La Fiorentina ha fatto il suo dovere fin all'ultimo, cercando un pareggio di prestigio che comunque non avrebbe rovinato la festa bianconera, con l'obiettivo prioritario di prepararsi alla seconda semifinale di Coppa Italia, giovedì a Bergamo.
Poi la festa bianconera, più sobria del solito, ma festa comunque come al solito: i giocatori in campo in cerchio a saltellare, il ringraziamento alle curve, i magnum di spumante per brindare. Brindisi ed entusiasmo nello spogliatoio quando tutti hanno indossato la maglia celebrativa con il numero 8, e Allegri, pure lui inzuppato si spumante, ripeteva «bravi bravi». All'esterno dell'Allianz Stadium il tricolore è stato aggiornato con il numero 37, tanti quanti sono gli scudetti nella bacheca bianconera, compresi i due che la Figc ha tolto dopo le sentenze di Calciopoli. Il Napoli a 20 punti, le altre ancora più indietro: il dominio in Italia è stato totale. La Juve è pronta a mettere in cantiere la squadra con l'obiettivo del 9° scudetto di fila e del rinnovato assalto alla Champions.
Renato Botto