L’abruzzese che insegna i massaggi ai cinesi 

Salvi (ex Pescara) capo dei fisioterapisti nel Tianjin Quanjan di Cannavaro

CASOLI. Un italiano che insegna i massaggi ai cinesi. Massaggi ai calciatori, ovviamente. E’ la storia di Antonio Salvi, 54 anni, originario di Lama dei Peligni e residente a Palombaro. Un massofisioterapista conosciuto nel mondo dello sport. Abruzzese e non. Noto per i suoi trascorsi nel ciclismo e nel calcio. Questa volta è andato ad arricchire il suo bagaglio di esperienza in Asia, alla corte di Fabio Cannavaro, il campione del mondo del 2006 che ha guidato il Tianjin Quanjan al terzo posto nella Super League cinese. Un traguardo che ha permesso alla matricola di qualificarsi per la prossima Champions League asiatica. E al fianco di Cannavaro c’era Antonio Salvi, responsabile dei fisioterapisti del club. Un’esperienza iniziata nel luglio scorso e terminata qualche settimana fa. Oggi Antonio Salvi è a Casoli, dove ha uno studio e dopo aver detto no al tecnico napoletano che nella prossima stagione guiderà il Guangzhou Evergrande. Che ha vinto il campionato e ha deciso di divorziare dall’allenatore brasiliano Scolari.
Salvi in Cina, come mai?
«In passato ho lavorato a Napoli dove ho conosciuto Paolo Cannavaro (oggi difensore del Sassuolo, ndr) e il fratello Fabio. Un’amicizia coltivata nel tempo fino a quando durante l’estate scorsa è arrivata la chiamata da Fabio. Ero incuriosito e affascinato, di conseguenza ho deciso di accettare l’offerta».
Che cosa ha fatto in Cina?
«Ero il responsabile dei fisioterapisti. Andavo in panchina. E, soprattutto, curavo i muscoli dei giocatori. Il mister aveva qualche problema con gli infortuni e ha chiamato il sottoscritto».
Un italiano che insegna i massaggi ai cinesi…
«E’ stata un’esperienza formativa. Ha arricchito il mio bagaglio di esperienza. Io ho portato la mia, ma ho avuto l’opportunità di imparare tanto».
Che cosa?
«Il calcio cinese è all’avanguardia per tante cose, ad esempio impianti sportivi e strutture. Ma in tema di fisioterapia ci sono delle carenze. Ad esempio, come guarire una contrattura, come ripristinare una caviglia».
E lei che cosa ha imparato?
«L’agopuntura applicata al calcio. Che fa delle cose miracolose, per tutto ciò che è inerente il dolore; abbiamo ottenuto dei risultati eccezionali su giocatori importanti. Ad esempio, Pato (ex Milan, ndr) e Witsel (ex Shakhtar, ndr)».
Terzo posto finale.
«Un traguardo eccezionale per una squadra che era neopromossa nella Super League cinese. Un risultato ottenuto grazie a un bel lavoro di gruppo».
E lei?
«Mi è rimasto il rapporto umano costruito nell’arco dei mesi. E il riconoscimento del lavoro svolto attraverso articoli di giornali in cui sono stato gratificato dai dirigenti del Tianjin Quanjan. Ovviamente, anche Cannavaro mi ha ringraziato. A tal punto che mi ha proposto di seguirlo al Guangzhou Evergrande».
La sua risposta?
«Ho detto grazie, ma preferisco l’Italia. La famiglia, gli affetti e il mio Paese vengono prima dei soldi. Se avrà bisogno andrò, ma non in maniera stabile, perché il richiamo dell’Italia è troppo forte. Almeno per me».
Com’è messo il calcio cinese?
«E’ in evoluzione. Li contraddistingue la voglia di imparare».
Le strutture?
«Noi avevamo un centro sportivo dentro il quale c’era di tutto. Milanello non è niente a confronto».
E fuori?
«Ho visitato la grande muraglia. Ma c’è una cosa che mi ha colpito: lo smog. Praticamente, non ho mai visto il cielo azzurro».
E il cinesi?
«Lavorano dal mattino alla sera, per i cinesi non esiste il concetto di orario di lavoro; sono a disposizione 24 ore su 24. Lo stile di vita è diverso».
E l’alimentazione?
«Mi sono trovato bene, perché amo mangiare cinese».
E la lingua?
«Avevo un traduttore a disposizione 24 ore su 24. Organizzazione eccellente».
Com’è Fabio Cannavaro?
«Il Pallone d’oro non si vince per caso. Ha preso il meglio dei suoi grandi allenatori. Quando ti deve far notare errore te lo viene a dire con il sorriso. E’ disarmante nella sua grandezza».
Nello staff chi c’era oltre a Cannavaro?
«Il secondo Antonio Rogazzo, Francesco Troise collaboratore, Franco Cotugno preparatore dei portieri (ex Castel di Sangro, ndr), Jordi Garcia preparatore atletico (ex Atletico e Real) e Antonio Tramontano che si occupava di video analisi».
Prima di andare in Cina è stato al Pescara.
«Un’esperienza bellissima. Vuoi perché si tratta della massima espressione calcistica della mia regione vuoi perché mi sono trovato benissimo. Ho lasciato dopo aver costruito un ottimo rapporto con lo staff sanitario e con il presidente Sebastiani. Mi sono trovato meglio di tutti gli altri posti dove sono stato a lavorare. Ho avuto modo di apprezzare fior di professionisti come Claudio D’Arcangelo, Francesco Zulli, Luca Carbonaro, Marco Rossi e il professor Salini, responsabile dello staff sanitario».
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