L’Aquila da rifondare Cappellacci in corsa per la panchina

Il settimo posto finale e i 5 ko di fila aprono i processi Zavettieri rischia, Ceccarelli e De Sousa uniche certezze

L’AQUILA. È finita come peggio non poteva la stagione dell’Aquila nel girone B di Lega Pro. Ad Ancona i rossoblù di Zavettieri hanno incassato la quinta sconfitta di fila, chiudendo mestamente al settimo posto. Un finale inimmaginabile se solo si pensa alla corazzata ammirata per larghi tratti del girone di andata durante il quale gli aquilani hanno accarezzato più volte il primo posto. Stiamo parlando dell’Aquila schiacciasassi versione autunnale, capace di violare il “Bonolis” di Teramo, di stupire al Mapei Stadium contro la Reggiana e di vincere 3-0 in casa contro l’Ascoli. Il tutto grazie al magico 3-4-3 in cui trova spazio un assetto difensivo roccioso e oleato, composto da una linea a tre dove giganteggia il colosso siciliano Giordano Maccarrone, messo fuori squadra negli ultimi mesi per scelta tecnica. Arriva il mercato invernale che porta in dote parecchie primedonne. Lo spogliatoio si spacca senza che società e allenatore riescano ad arginare la crisi interna. Qui forse c’è il peccato originale del tecnico Nunzio Zavettieri che, fino a quel momento, aveva dimostrato di essere un allenatore di valore. Inevitabili le ripercussioni sul campo e sui risultati. Un’involuzione che da fine gennaio ha del clamoroso. Pian piano si perdono entusiasmo, amalgama e certezze, compreso il modulo, passando a un mai convincente 4-2-3-1.

Tra l’altro, le gare rinviate e i problemi di spogliatoio sono solo alcuni dei tanti dilemmi che stanno alla base della débacle. A nulla servono le quattro vittorie consecutive a cavallo del periodo pasquale che sembravano aver aperto uno squarcio di luce in fondo al tunnel. Puntuale, infatti, torna a galla la crisi di nervi e di risultati, con cinque sconfitte di fila, addio ai play off e un modesto settimo posto finale. Il resto è storia recente con la sconfitta di Ancona che chiude amaramente una stagione che doveva e poteva andare diversamente. Ora la domanda più importante è: da dove e con chi ripartire? La dirigenza rossoblù si sta ponendo il quesito da settimane ma è ora di dare risposte definitive per iniziare a programmare il prossimo campionato. Chiarito da giorni il progetto futuro, vale a dire budget ridimensionato e squadra molto più giovane rispetto al passato, il primo nodo da sciogliere riguarda la guida tecnica e il resto dello staff.

Zavettieri, abile ed esperto soprattutto a livello giovanile, ha dimostrato diversi pregi a livello tecnico, soprattutto nella prima parte del campionato, ma anche alcuni difetti, specialmente a livello di gestione del gruppo. Sta ora alla società se scommettere ancora sull’allenatore calabrese, che di sicuro si è fatto le ossa nella sua prima vera esperienza in Lega Pro, oppure cambiare condottiero. Tra i papabili gira con insistenza il nome dell’ex tecnico di Teramo e Cosenza Roberto Cappellacci. L’ex allenatore dei cugini biancorossi è stato avvistato diverse volte al Fattori e a questo punto, potrebbe anche non essere una pura casualità. Poi c’è da chiarire il capitolo giocatori. Anzitutto è tempo di fare chiarezza sulla querelle del contratto di Mario Pacilli per evitare di commettere in futuro errori di sostanza e di forma, anche a livello mediatico. Per quanto riguarda la rosa, il popolo aquilano chiede a gran voce la testa di quasi tutta la squadra, rea di aver giocato con sufficienza e senza attaccamento ai colori per gran parte dell’annata. Di sicuro bisogna sfoltire anche perché i numeri dicono che i campionati difficilmente si vincono con trenta giocatori in rosa. Quelli che si salvano dal disastro si contano sulle dita di una mano. Tra questi l’ex Lazio Tommaso Ceccarelli che non ha potuto aiutare la causa per buona parte della stagione a causa dell’infortunio al crociato. Talento cristallino classe 1992, ha un altro anno di contratto coi rossoblù e potrebbe essere il vero valore aggiunto su cui costruire il futuro. Senza contare che tornerà dal prestito di Como la pantera Claudio De Sousa, un valore aggiunto anche come uomo per L’Aquila che verrà.

Giammarco Menga

©RIPRODUZIONE RISERVATA