L’Aquila nel caos Il Comune minaccia la messa in mora 

Transazione di 135mila euro mai pagata, ente all’attacco Sindaco e assessore: «Costretti al recupero forzoso» 

L’AQUILA. A staccare la spina alla società rossoblù potrebbe essere proprio il Comune. Il sindaco Pierluigi Biondi e l’assessore allo sport Alessandro Piccinini cercano di stanare il patron Corrado Chiodi e i suoi soci. E lanciano l’ultimatum.
Dopo il preavviso («Pagate o chiudiamo lo stadio») arriva la minaccia di passare immediatamente all’incasso per i 135mila euro della transazione per le vecchie pendenze del club nei confronti dell’ente.
Dopo la mancata approvazione del bilancio, con l’assemblea di nuovo convocata per il 23 (seconda convocazione il 26), tutto l’ambiente è in fibrillazione. Si sta consumando l’ennesimo psicodramma nella piazza aquilana.
«Dopo le dimissioni dello staff tecnico, la società L’Aquila calcio deve fare piena chiarezza riguardo alle proprie intenzioni», affermano il sindaco Biondi e l’assessore Piccinini.
«Davanti a questa situazione», proseguono gli amministratori comunali, «non vi sono che due strade per la proprietà, vale a dire portare i libri in Tribunale e decretare il fallimento oppure uscire finalmente allo scoperto e comunicare se abbia intenzione di chiudere l’anno facendo fronte a tutti i pagamenti dovuti. Da parte nostra, come amministrazione comunale, ci vediamo costretti al recupero forzoso dei crediti che vantiamo, per consistenti importi. Azioni», hanno concluso Biondi e Piccinini, «che dovremo necessariamente portare avanti nei confronti dell’attuale compagine societaria».
Messa in mora, decreto ingiuntivo, pignoramento. Il Comune è pronto a mettersi in fila (come tutti gli altri creditori) per recuperare i 135mila euro dovuti dal club a fronte di un’ipotesi di compensazione per lavori fatti negli impianti sportivi utilizzati dai rossoblù, ma ancora da verificare compiutamente. Dal Comune fanno sapere che non c’è alcuna volontà persecutoria nei confronti di imprenditori edili asseritamente in crisi di liquidità. Si tratta di una procedura inevitabile per evitare guai di natura contabile a carico dell’ente e dei suoi amministratori.
Nei giorni scorsi sono intercorsi contatti tra la proprietà del club ed esponenti dell’amministrazione, ma al di là delle generiche, e consuete, richieste di aiuto non si è avuta la chiara percezione delle intenzioni dei dirigenti. La stessa mossa delle dimissioni collettive da parte dello staff di collaboratori del sodalizio rossoblù pare non aver sortito effetti.
Mentre tornano in pista le consuete “soluzioni locali”, sono stati contattati alcuni imprenditori in vista dell’ennesimo tentativo di creare un fronte per un passaggio di consegne. Alcuni affermano che anche la proprietà stia (ancora) cercando il modo di passare la mano. Ma la cordata non sarebbe quella dello scorso anno. Cessione annunciata anche in via ufficiale, ma mai perfezionata. La tifoseria, spaccata su più fronti, cerca di ritrovare l’unità. Secondo Rbe e Supporter’s Trust, «inutile tergiversare ancora nello sforzo di prolungare un’inutile agonia che rischierebbe di compromettere non solo il complicatissimo tentativo di salvare il titolo sportivo, ma anche l’intento di programmare una ripartenza degna di questo nome».
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