L’Aquila, ora rischia di saltare l’accordo con la cordata romana 

Il presidente Chiodi: «Da due giorni non riesco più a parlare con Fioravanti». Contatti con operatori locali

L’AQUILA. Oramai ha quasi perso le speranze, il presidente Corrado Chiodi. E così, al 26 luglio, quando tutte le squadre sono già quasi a metà settimana di lavoro per il ritiro precampionato, i giocatori dell’Aquila in attesa di conoscere il futuro sono fermi nelle gabbie di partenza, con il tecnico Pierfrancesco Battistini che scalpita. Due giorni di silenzio cosmico, totale e incomprensibile, da parte del gruppo Fioravanti, con il quale si dava per certo il passaggio di quote societarie dalla cordata Chiodi a quella romana.
L’affare, quindi, rischia di saltare. Se non è addirittura già saltato. «Da lunedì sto cercando ripetutamente Fioravanti, ma prima il telefono squillava e non rispondeva nessuno, poi il telefono dava staccato». Se uno vede sul telefonino diverse chiamate da una persona con la quale ha in ballo un accordo da firmare, se non può rispondere, quanto meno alla prima occasione richiama. Invece Umberto Fioravanti e soci (gli ingegneri Ernesto Penzi, campano, e Massimo Gizzi, e un quarto presunto socio “misterioso”), cioè il gruppo che fino a tre giorni fa doveva ridare nuova linfa all’Aquila, sono praticamente spariti dalla circolazione.
«Non so cosa dire, sono desolato e anche stupito», è quanto riesce a quasi a bisbigliare – con tanta l’amarezza – Corrado Chiodi. «Avevo visto in loro grande entusiasmo, pronti anche a progetti ambiziosi. Non riesco a capire».
«Noi abbiamo eseguito alla lettera le loro disposizioni, abbiamo fatto tutto quello che ci hanno chiesto, esibito tutti i documenti possibili», aggiunge Chiodi. «Non me ne faccio capace. E non vorrei che qualcuno pensasse che sia colpa nostra, perché a noi la preparazione di tutta la documentazione è costata anche in termini di lavoro, minuzioso e scrupoloso, da parte dei nostri contabili», precisa il presidente del club rossoblù.
Anche se la fase di stallo che si è determinata con la cordata romana, ha risvegliato qualche umore da parte di imprenditori aquilani. Finora nomi non vengono fatti, perché tutto è allo stato molto embrionale, ma qualche movimento c’è, qualche interesse da parte di operatori economici.
«E siccome, grazie ai romani, L’Aquila ora ha un fascicolo consistente ed esaustivo della documentazione relativa al patrimonio societario e alle esposizioni debitorie che ci siamo pienamente accollati, con eventuali nuovi acquirenti, si tratterebbe di leggere le carte – roba di un giorno – e andare a firmare dal notaio», afferma il presidente Chiodi. «E ripeto che chiunque dovesse entrare per rilevare la maggioranza delle quote societarie, acquisirebbe un club senza un centesimo di debito». Anche se il tempo è tiranno, non sarebbe la prima squadra a iniziare la preparazione estiva in ritardo. Oggi potrebbe essere l’ultimo giorno utile prima di tagliare il filo che era stato tessuto con gli imprenditori romani.
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