La Virtus va al concordato preventivo

Depositata la richiesta al tribunale, 90 giorni di tempo per presentare un piano che possa soddisfare i creditori

LANCIANO. Un anno fa, di questi tempi, la Virtus Lanciano si giocava le residue chance di salvezza in serie B. Invano, dal momento che poi è retrocessa ai play out. Adesso, dopo la rinuncia all’iscrizione in Lega Pro, i conti della società dei fratelli Guglielmo e Valentina Maio sono finiti in tribunale. L’8 maggio scorso, infatti, è stata depositata la richiesta di ammissione alla procedura del concordato preventivo. Un orientamento già dichiarato al momento della chiusura del bilancio al 30 giugno 2016. E il tribunale di Lanciano ha ammesso la Virtus al concordato preventivo con riserva. Ovvero ha preso atto della richiesta e ha concesso 90 giorni di tempo alla società - una srl - per presentare il piano. Contestualmente, ha nominato il dottor Giancarlo Trinetti di Pescara come commissario che ha il compito di verificare i conti.
La Virtus Lanciano nell’ultima stagione ha svolto solo attività giovanile. E chiedendo l’ammissione al concordato preventivo ha deciso di intraprendere una strada che prevede due sbocchi: il soddisfacimento dei creditori o il fallimento. Ovviamente, l’obiettivo è la prima ipotesi da raggiungere attraverso la presentazione di un piano che dovrà essere poi approvato dal tribunale e dagli stessi creditori. Le cifre, ufficialmente, sono top secret. Sia quelle relative alla massa debitoria, sia la percentuale che la Virtus è disposta a riconoscere ai creditori. Esistono, però, i numeri del bilancio chiuso al 30 giugno 2016 che il Centro ha già pubblicato l’11 febbraio scorso. E che sono riassunti nella tabella in alto a destra. In primis la perdita d’esercizio che ammonta 2.379.788 euro che si aggiungono ai 3.030.852 dell’anno prima (2015) e al passivo delle stagioni precedenti. In totale i debiti sarebbero di 10.381.667 euro a fronte dei quali l’amministratore delegato della Virtus, Claudio Di Menno Di Bucchianico ha iscritto a bilancio crediti per 3.903.000 euro. In base a questi numeri la differenza è di sei milioni e mezzo. Non è detto che nel frattempo questa cifra non sia lievitata. Sta di fatto che ora il dottor Trinetti dovrà verificare debiti e crediti. L’ammissione alla procedura di concordato preventivo ha un effetto collaterale, quello di bloccare ogni tentativo di pignoramento da parte dei creditori. Qualcuno si sarebbe già fatto avanti, ma è stato stoppato. I creditori sono diversi: in primis l’Erario che secondo l’ultimo bilancio approvato deve avere 4,3 milioni di euro; 1,2 milioni agli enti previdenziali e circa 1,3 milioni di esposizione verso le banche. Poco meno di 2,2 milioni sparsi tra i fornitori. E, tra l’altro, un debito verso i soci, ovvero i fratelli Maio, di 370mila euro.