Mancuso, tra Palazzi e Balzano, festeggia nello spogliatoio dell'Arechi e si porta a casa il pallone

IL PROTAGONISTA

Mancuso: «Per la serie A c’è anche il Pescara» 

«Sono determinante, ma devo dire grazie ai miei compagni per gli assist»

SALERNO. E’ stato il match winner dell’Arechi che ha preso a schiaffi la Salernitana. Leonardo Mancuso segna una tripletta e si porta a casa il pallone della partita. «Con questo successo chiudiamo bene il girone d’andata e possiamo festeggiare il capodanno con un’ottima posizione di classifica», dice il bomber del Pescara. «La tripletta fa sicuramente piacere, un attaccante vive per il gol e l’importante è aver chiuso bene e migliorato la nostra posizione. Quest'anno sono determinante grazie ai miei compagni che mi servono assist impeccabili. Stiamo andando meglio del previsto. Abbiamo dato un segnale di maturità. La A? Ci siamo anche noi». Mancuso commenta così la gara. «Le nostre due reti, a differenza di quelle della Salernitana, sono state frutto di manovra, andare sotto qui e rimontare è sintomo che ci siamo. Se Brugman ha sofferto la pressione dei due registi granata nei primi 20’? No, perché il nostro numero 16 giocava più basso rispetto ai centrocampisti della Salernitana. Loro impostavano l’azione e io o le due mezze ali andavamo ad aggredirli». Il 26enne svela il retroscena del gol del pareggio di Scognamiglio. «Ha calciato Brugman, io ho provato a spizzarla di testa, ma non l’ho toccata. La palla è arrivata sul secondo palo e Scognamiglio l’ha buttata dentro. La rete è sua». Il resto del bottino è invece tutto di Leonardo. Con la tripletta alla Salernitana, Mancuso sale a quota 12 nella classifica dei bomber, a -2 dal leader Donanrumma. «Se me l’aspettavo? Ci credevo e, se non fai questo, non puoi mai ottenere risultati. Già l’anno scorso in termini di gol ho fatto un buon campionato, quest’anno l’obiettivo personale era di migliorare e nel girone d’andata l’ho fatto». Immancabile un pensiero ai tifosi del Pescara. I 300 prodi presenti in curva Nord all’Arechi. «I nostri supporters ci hanno incitato per tutta la gara. Era l’ultima partita del girone di andata, hanno macinato tanti chilometri per venire a Salerno ed era doveroso andare a salutarli».
Per Gennaro Scognamiglio quella con la Salernitana è sempre una partita speciale (è cresciuto nel settore giovanile granata). «Il mio gol ci ha aiutati a portare la gara verso un binario a noi favorevole. Non era facile, soprattutto dopo essere andati sotto di due reti. Abbiamo avuto una reazione da grande squadra e da vero gruppo». Dopo il gol del pari, Scognamiglio ha messo il pallone sotto la maglietta, mimando una donna in stato interessante. «La rete è per mia moglie, che è incinta di otto mesi, aspettiamo una femminuccia. Attendevo questo momento da tanto e sono molto felice. Fare gol per un difensore è ancora più bello. Non era facile risalire la china, soprattutto qui a Salerno».
Una pausa e aggiunge, svelando il segreto dell’intervallo. «Tra primo e secondo tempo ci siamo parlati negli spogliatoi e siamo venuti fuori. Questa è la prova che il Pescara è una grande squadra». Infine un passaggio sul momentaccio del Pescara in trasferta che per fortuna si è cancellato a Salerno. «Purtroppo quando non si riesce a vincere le critiche ci stanno, ma devono essere costruttive. Quando c’è l’occasione sul campo, dobbiamo dimostrare che chi ha parlato male di noi si sbagliava». Scognamiglio si congeda con un passaggio sugli obiettivi di questo Pescara. «Solo il campo può dire dove potremo arrivare, però siamo contentissimi di chiudere l’anno con 32 punti».
Quasi non ci crede Angelo Gregucci, anche se sa dove la sua Salernitana ha peccato. «Non possiamo prendere i primi due gol in quel modo», afferma il tecnico granata, «abbiamo sbagliato atteggiamento». Un calo mentale e anche un po’ fisico. «Abbiamo accusato anche le tre partite in una settimana. Nel finale, con Orlando e Jallow si poteva fare il 4-3. Se segni e poi te la giochi alla morte negli ultimi minuti. I fischi? Ce li prendiamo, ma la proposta di gioco sarà quella del primo tempo: il Pescara faceva fatica a leggere le nostre traiettorie di passaggio».