L'attaccante Manuel Marras è nato a Genova il 9 luglio 1993 ed è al primo anno in biancazzurro

PESCARA AL 4° POSTO

Marras è intoccabile, Pillon blinda il jolly

Esterno o trequartista, il tecnico non rivoluziona le gerarchie

PESCARA. «Prendiamo Marras, può arrivare a parametro zero e vedrete che sarà molto utile durante il campionato». Più o meno sono state queste le parole pronunciate da Bepi Pillon durante un vertice di mercato a fine giugno. Detto fatto e, sfumato l’ingaggio di Antonio Di Gaudio dal Parma, il Pescara il 12 luglio chiude per l’attaccante Manuel Marras dal Trapani. Due anni di contratto, a cifre modeste per la B, per il furetto nato e cresciuto a Genova, ma sardo d’origine.
Jolly inamovibile. Umile e silenzioso, il classe 1993 cresciuto nel Genoa, nel giro di poco tempo, ha scalato le gerarchie di Pillon e si è preso la scena. Sulle 20 gare giocate, il 25enne ligure ne ha disputato 19 da titolare, subentrando una sola volta dalla panchina. Nessun gol segnato, ma 5 assist all’attivo e tanto spirito di sacrificio. Per Pillon il furetto biancazzurro è diventato pedina inamovibile, prima nel tridente offensivo e adesso anche nelle nuove vesti da trequartista. «È un giocatore molto utile perchè riesce a dare un grande equilibrio tattico», ha detto più volte Pillon prima e dopo il pareggio di Foggia, club che a gennaio, insieme alla Cremonese, l’aveva cercato con insistenza.
Sempre sostituito. Giocatore importante per il Pescara, ma anche il più sostituito del campionato: 18 volte è stato richiamato in panchina in 20 partite giocate. Pillon punta tanto su di lui, a scapito anche della fantasia di Del Sole, che ha di sicuro una propensione offensiva diversa. L’attaccante del Pescara comincia la sua carriera da trequartista dietro le punte e fu Pietro Fusco, suo allenatore alla Berretti dello Spezia, a spostarlo sulla fascia. Tanti assist, ma la poca freddezza sotto porta è un suo limite. Ed ecco che Pillon a Foggia lo ha riportato dietro le punte, per provare a sfruttare al meglio le sue caratteristiche, anche se deve trovare i tempi giusti per inserirsi.
Equilibri azzurri. Dopo il 4-3-1-2 varato allo Zaccheria, per il tecnico biancazzuro si apre una nuova stagione, ma non solo in campo. Proprio così, perchè adottando questa soluzione si andrà a limitare di parecchio l’utilizzo di Del Sole, ma anche quello di Antonucci, Capone e l’ultimo arrivato Sottil, ingaggiato a sorpresa a gennaio nonostante l’affollata pattuglia d’esterni presente. Per l’allenatore sarà sempre più difficile e delicato tenere saldo lo spogliatoio visto che con il tempo “l’esercito degli scontenti” potrebbe arruolare sempre più elementi. Calcolando inoltre, che Antonucci e Capone (oltre a Melogoni) a fine maggio hanno in agenda il Mondiale Under 20 e devono accumulare più minuti possibili per blindare la convocazione del ct Nicolato.
Difesa affollata. Se in attacco il Pescara ha poche soluzioni – visto che Santiago Bellini non è ancora al top della condizione – per quanto riguarda la difesa Pillon adesso ha l’imbarazzo della scelta e contro il Crotone dovrà fare delle scelte dolorose. In Calabria, infatti, tornerà a disposizione Gravillon e, se dovesse continuare con la difesa a 4, uno tra Campagnaro e Scognamiglio si potrebbe accomodare in panchina. Il primo, al top della condizione, è una garanzia, mentre Scognamiglio sta già dando il massimo. Per il Bepi biancazzurro non sarà facile. La sua rosa “XXL” composta da 28 elementi potrebbe creargli qualche problema.
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