Martelossi: Roseto è l’esame più duro per la mia Gsa Udine 

Il tecnico friulano in forza agli Sharks negli anni della serie A: «Domenica di fronte due squadre forti, tra le più in forma»

ROSETO. Domenica particolare quella in arrivo per la Cimorosi Roseto Sharks che domenica a mezzogiorno, con diretta tv su SportItalia, scenderà in campo al PalaMaggetti contro la GSA Udine. Seduto sulla panchina degli udinesi da un mesetto circa, c’è un udinese purosangue, coach Alberto Martelossi, che a Roseto ha avuto esperienze sia da vice che da capo allenatore negli anni belli della serie A. Nonostante le differenze in classifica (Udine è quarta, Roseto ottava), ci si aspetta di assistere ad un match bello tirato visto che entrambe le squadre arrivano da quattro vittorie nelle ultime cinque uscite, tutte e due sconfitte sul parquet di Montegranaro: ma Udine in più ha battuto la capolista Bologna. «Ma Roseto ci ha perso solo dopo un supplementare», ribatte Martellossi, «per cui non vedo tutta questa differenza. E’ un dato interessante, la Lega è stata intelligente a volerci far giocare in diretta tv: siamo due squadre da play off, con la Fortitudo tra le più in salute».
Sul tipo di match il “Martello” ha le idee già chiare: «Anzitutto dovremo stare attenti ovviamente a Person, capace di prestazioni di alto livello; ma il focus per noi sarà di non concedere cose troppo facili ai suoi compagni: una rollata in meno di Sherrod, un tiro ben contestato dalla difesa a Pierich, alla fine potranno fare la differenza», spiega il coach udinese, che poi dice di non aver timori per il risultato finale: «Ho già detto ai miei che in qualsiasi caso sarà per noi una partita vincente: se vinceremo saremmo praticamente quasi certi dei play off, mentre dovessimo perdere avremmo comunque capito molto di quello che ci serve per migliorare, perché questa contro gli Sharks la considero una tra le gare più impegnative in assoluto». Il motivo lo spiega subito dopo: «Roseto fa un basket atletico ed aggressivo, proprio la direzione presa dal nostro basket. Per me si sta andando verso due chiavi: si alza la fisicità e l’atletismo anche a fronte di un aspetto tecnico più carente rispetto al passato. E poi gli arbitri mediamente non credo siano preparati per questo, anche perché ci sono più giovani: un compito difficile il loro».
Squadra dichiaratamente d’attacco, Udine ultimamente però, sta sfornando anche buone prestazioni difensive: «E’ vero», ammette il coach, «il buon score difensivo di queste ultime gare è effettivamente la cosa di cui sono più contento; tuttavia credo anche che dobbiamo migliorare tanti meccanismi nell’attacco a metà campo. Una sola cosa in fondo mi preoccupa», si fa poi serio il coach, «noi andiamo ad affrontare giocatori che conosciamo poco perché sono all’inizio delle loro carriere, e questa è cosa sempre difficile da spiegare a giocatori ben più esperti come i nostri. La verità è che Roseto fa la differenza con tanti ragazzi oggi sconosciuti (ben 9/11 del roster è esordiente, ndc), per cui spero di esser bravo a spiegarmi bene, ed i miei a credermi».
Marco Rapone
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