Memushaj: Carpi è casa mia, ma voglio vincere

La famiglia dell’albanese vive in Emilia e il fratello Erand è il giardiniere dello stadio Cabassi

PESCARA. Sabato tornerà a casa. La sua prima “vera” apparizione con la maglia del Pescara risale al 25 ottobre 2014. I biancazzurri all’Adriatico ospitano il Carpi e rimediano una sonora sconfitta (5-0). Per Ledian Memushaj è la prima gara da titolare con il Delfino. Non una partita qualsiasi per il centrocampista albanese. «Sabato torno a casa», racconta il 28enne di Valona. «A Carpi vive la mia famiglia ed io sono molto legato a quella città».

Proprio così, perché i suoi genitori e il fratello minore hanno trovato in Emilia la seconda “casa” italiana. «Mio fratello lavora per una ditta che fa la manutenzione al manto erboso del Cabassi», ha raccontato ieri Memushaj prima di lasciare la sala interviste del centro sportivo Poggio degli Ulivi. Suo fratello Erand sabato sarà al Cabassi come tutto il resto della famiglia. «Sarà davvero emozionante tornare in quello stadio», racconta il capitano biancazzurro, «Ho trovato grandi amici e ho ricordi bellissimi, ma al calcio d’inizio saremo avversari e voglio che il Pescara vinca». Memu, che per due stagioni ha vestito la maglia biancorossa, svela i segreti della sorprendente squadra allenata da Castori. «Il loro segreto credo sia il direttore sportivo Giuntoli, capace di lavorare bene negli anni. Ho giocato con lui per una stagione (ad Aosta, in serie D) e poi mi ha portato a Carpi da direttore sportivo. È una persona competente. La forza del Carpi è il gruppo. C’è lo zoccolo duro che ha vinto la Lega Pro e ci sono tanti calciatori che giocano assieme da tanti anni».

La mezzala albanese non si nasconde: «Un mio gol al Carpi? Sarebbe bello, ma non chiedetemi se esulterei. Ho un grande rapporto con i loro tifosi, che nella gara d’andata mi hanno anche dedicato uno striscione, ma l’esultanza è un’altra cosa. Sinceramente preferirei vincere a prescindere dal mio gol». Memushaj torna in campo dopo un turno di squalifica, ma la fascia di capitano, sabato scorso al braccio di Sansovini, sarà di nuovo sua? «Non è un problema», afferma, «Forse lo è più per la stampa. Sansovini ha fatto la storia degli ultimi anni del Pescara . È il beniamino del pubblico. Certe cose le capisco. Deciderà il mister senza alcun tipo di problema. Anche Gessa è un capitano, ma non serve la fascia per identificarlo tale. Lui e Sanso sono ragazzi fantastici che aiutano molto il gruppo anche fuori dallo spogliatoio. Io devo solo farmi trovare pronto in campo con o senza fascia». Ledian ha un sogno: «È normale che mi piacerebbe conquistare la serie A con questa squadra. Io credo in questo gruppo. Da qui alla fine mancano 12 partite e bisognerà sputare il sangue per arrivare il più lontano possibile». Il grande ex al Cabassi partirà dal primo minuto, ma per Baroni sarà dura trovare il giusto assetto calcolando lo scintillante ritorno di Brugman. «Sono davvero contento per “Gas”. Meritava di tornare a giocare e anche a segnare. Come si fa ora? Beh, ci penserà il mister a scegliere la migliore soluzione per il nostro centrocampo. Possiamo anche giocare insieme. È già accaduto. Possiamo tranquillamente coesistere anche nel 4-4-2».

Marco Baroni non ha ancora deciso quale formazione mandare in campo a Carpi, ma sembra scontata la conferma del sistema di gioco. Anche al Cabassi, dunque, il Pescara si schiererà con il 4-4-2. In difesa dovrebbe rientrare Michele Fornasier, mentre a centrocampo Brugman, Memushaj e Zuparic si giocano due posti. Nell’allenamento di ieri ha lavorato a parte Matteo Politano, ma l’esterno scuola Roma non è a rischio per la trasferta in Emilia. (l.d.m.)

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