Milan a caccia dell’impresa 

Rossoneri al Meazza contro l’Arsenal. Lazio incerottata sfida la Dinamo Kiev

MILANO. Da quattro anni al Milan non capita una notte europea da 70mila persone a San Siro, contro un avversario nobile. Rino Gattuso ne ha vissute a decine, ma nella sua testa alla vigilia della sfida con l'Arsenal non ci sono memorabili ricordi di Champions. «In queste notti», racconta, «mi vengono in mente solo Ozil e Wenger». Ovvero il fantasista tedesco dei Gunners e il santone francese che guida l'Arsenal da prima ancora che Gattuso diventasse un calciatore del Milan. «In confronto a Wenger sono della categoria pulcini...», sorride alla vigilia dell'andata degli ottavi di Europa League l'ex mediano, da novembre sulla panchina del Milan, di fronte al suo primo grande esame internazionale. «Non è una sfida fra noi, non ci sarebbe partita », continua il tecnico che stasera (ore 19, diretta Sky Sport 1)guiderà il suo Milan contro l’Arsenal. «Wenger ha grande esperienza, da 22 anni allena la stessa società: lui sta quasi per finire, io ho appena cominciato. Ho enorme rispetto, lo saluterò, poi mi metterò nel mio angolino, paragoni non se ne possono fare». Né il quarantenne calabrese per ora si illude di diventare il Wenger del Milan. «Mi piacerebbe, ma riesco a fare questo lavoro solo mettendoci tutto me stesso e a volte arrivo sfatto. Mi devo calmare, o non so quanto a lungo reggo», spiega Gattuso, in attesa di un segnale dalla società sul rinnovo: «I contratti li firma Fassone e le scelte le fa Mirabelli. Io devo solo vincere il più possibile». Intanto non perde da 13 partite e, dopo aver dato identità, gioco e fiato alla squadra, da domenica sta anche gestendo lo choc per la morte di Davide Astori. «Non è stato facile lavorare in questi giorni», ammette ricordando «un ragazzo umile, che era già maturo a 16 anni», e raccontando che nello spogliatoio la solita musica ad alto volume ha lasciato il posto a un triste silenzio. «Ma in allenamento nulla è cambiato». Al posto del derby la squadra ha affrontato lavori atletici, e l'allenatore conta di vederne i frutti contro l'Arsenal, «una squadra con dei problemi, ma comunque più forte». Con i suoi giocatori, molti inesperti in campo internazionale, l'allenatore ha insistito su due concetti. «Vivere la partita con gioia», e «non subire l'Arsenal, ma costringerla a correre in difesa, come a loro non piace. È l'occasione per alzare l'asticella». Il passaggio ai quarti vale oltre due milioni fra premi Uefa e incasso, e renderebbe ancor più positiva per il Milan una stagione tormentata.
Qui Lazio. Una settimana da dimenticare sotto il profilo dei risultati, fuori dalla finale di Coppa Italia e poi sconfitta a tempo scaduto dalla Juventus. Entrambe in casa, in quello stadio Olimpico che ancora una volta stasera (ore 21, diretta tv Sky Sport 1 e Tv8) si rivestirà di Europa League per l'andata degli ottavi di finale contro la Dinamo Kiev. Obiettivo, ricominciare a vincere mettendo nel mirino i quarti: «Dobiamo eliminare le scorie di queste due sconfitte, ma con Milan e Juve sono state due ottime gare, dobbiamo ripartire dalle certezze», si dice sicuro Simone Inzaghi, alla vigilia di una doppia sfida (le gare ritorno in programma giovedì prossimo) che secondo il tecnico biancoceleste è ricca di insidie: «Vogliamo andare avanti dopo un ottimo cammino in Europa League. Dovremo essere bravi a fare la partita ma anche a non scoprirci troppo sulle loro ripartenze».Inzaghi è chiamato a fare un pò di turn over. Out Caceres e Marusic (tornerà a disposizione giovedì per il ritorno a Kiev), a centrocampo potrebbero riposare sia Parolo che Milinkovic-Savic, con Luis Alberto ad agire da interno in modo da liberare una casella in attacco al fianco di Ciro Immobile.