Niente sconti, Koulibaly salta la Lazio 

Resta la squalifica per il difensore, il Napoli insorge: «Ha vinto il razzismo»

NAPOLI. La corte sportiva d'appello federale ha respinto il ricorso del Napoli che chiedeva la riduzione da due a una giornata della squalifica a Koulibaly. I giudici non hanno ritenuta valida la linea difensiva della società e del calciatore, il quale ha sostenuto che l'aver reagito con un applauso rivolto all'arbitro Mazzoleni che lo aveva ammonito nella gara con l’Inter, fosse stato determinato da uno stato d'animo turbato dai continui insulti di stampo razzista che gli erano stati rivolti dagli spalti di San Siro.
«Si è persa una grande occasione. Abbiamo purtroppo avuto la conferma che molto c'è da fare e molto da cambiare». Il Napoli ha commentato in serata con una nota il mancato accoglimento del ricorso. «La sentenza è una grave sconfitta per il calcio e verso coloro che, sbagliando, hanno sostenuto che negli stadi non ci sia razzismo, e che a urlare il loro disprezzo verso neri, napoletani, ebrei siano solo pochi... Migliaia di persone (7.400 per i rappresentanti della procura federale in campo) hanno insultato Koulibaly perché nero; gli insulti sono stati frequenti anche verso i napoletani, con cori definiti da tutti (tranne pochi, molto pochi) come insulti razzisti... Koulibaly, il calcio, le istituzioni, tutti escono umiliati da questa vicenda. Togliere la squalifica a Koulibaly andava fatto a prescindere dai regolamenti, dalla burocrazia. Il calcio in questo modo muore...».
«Mi sento davvero Koulibaly, e sono fiero di averlo conosciuto e difeso. Oggi ha perso lo sport e si è persa una occasione enorme di dare un calcio al razzismo», è il commento di Mattia Grassani, il legale del difensore franco-senegalese.