SURF

Papa, il sedicenne di Pescara che cavalca le onde

Il giovane ai campionati del mondo di surf in Francia: «Io, la scuola e un sogno che si realizza»

PESCARA. Quando si trova fra le onde tutto si accende, tutto si colora. Edoardo strappa, taglia e disegna i cavalloni del mare come pochi sanno fare a 16 anni appena compiuti. E’ testardo, deciso, sembra aver già focalizzato la sua strada. Le onde le capisce e le distrugge con i suoi turns, alza spray immensi per non lasciare dubbi, perché la sua passione è unica e travolgente come il mare. Edoardo Papa, è nato e vive a Pescara, figlio d'arte di Andrea, ex campione di pallanuoto, ed è già in cima alla new generation dei giovani talenti italiani del surf. Per questo la federazione lo ha convocato per partecipare ai campionati del mondo 2017 categoria Open che si disputano fino al 28 maggio a Biarritz, in Francia. La notizia è arrivata in famiglia come un fulmine a ciel sereno, e il giovane è subito partito per raggiungere la costa atlantica basca, dove sono già radunati i migliori surfisti internazionali. E' il più piccolo, gli altri sono tutti tra i 18 e i 37 anni, ma la federazione punta su di lui per portare alto il tricolore perché Edoardo ha qualcosa in più: ha la stoffa del campione. Per di più da quest'anno il surf è diventato disciplina olimpica. Papa frequenta il secondo anno del liceo scientifico Da Vinci e per allenarsi parte ormai periodicamente per lunghi periodi alla volta di località surfistiche adatte come Lanzarote, nelle Canarie, o le Maldive. «Ho iniziato per gioco nella scuola di windsurf di mio padre», spiega, «mi divertivo nelle piccole onde del mare Adriatico. Mi è sempre piaciuto stare in acqua, anche solo per fare il bagno, e quando ho provato una tavola non ho più smesso». Quando Edoardo è a Pescara si allena con sport alternativi come il windsurf o il nuoto, ma soprattutto il “surfskate” sulla wood wave brevettata e costruita dal padre Andrea: una piattaforma ondulata di legno che simula l'onda del mare e si percorre con uno skate adattato grazie ad un truck, un carrello anteriore che consente il movimento su strada simile a quello che si fa sull'onda. L'atleta pescarese è anche in questo sport campione italiano e inserito nel team internazionale. «I sacrifici ci sono», continua, «perché non è facile concentrarsi nello studio e poi passare lunghi periodi all'estero per allenarsi al massimo col surf. Mi aiutano internet e dei professori comprensivi». Si parte, si torna, si studia, si surfa, si cresce. E' così da un po’ di tempo che le cose funzionano per Edoardo. Sacrifici e piacere si mischiano nelle onde, ma ormai lui è conosciuto in tutto il mondo: i video dei suoi “training trip” colpiscono rimbalzando ovunque sui social, la progressione del suo surf è unica tanto che da quattro anni è entrato team Billabong Europe, comparendo anche nell’home page di Carver skateboard e sulla copertina della rivista “4surfmagazine”. Il suo talento e una famiglia decisa sono alla base del suo progressivo miglioramento, un cammino unico raggiunto con grinta ed entusiasmo. «Utilizziamo tutte le vacanze e i ponti per coltivare i sogni di Edo», spiega orgoglioso papà Andrea, forte dell'aiuto della moglie Patrizia e del figlio maggiore Alessandro, qualche anno fa campione italiano di windsurf, «portandolo a surfare in oceano il più possibile. Io l'ho visto subito sicuro e ho spinto sull'acceleratore. Un inverno a 10 anni l'ho portato alle Canarie e l'ho affidato ad un altro allenatore che mi ha detto: questo ragazzo è nato per questo sport, è una forza della natura».
Pazienza, riflessione, equilibrio mentale e fisico e istinto. Sono le doti che si accavallano come l'onda per surfare. «Scivolare sull'onda», spiega Edoardo, «è il momento finale e dura al massimo 20 o 30 secondi. Prima c'è l'attesa, la scelta, nuotare verso l'obiettivo. Tu devi scegliere qualcosa che la natura ti sta dando in quel momento, riesci a dare il massimo nell'esibizione se scegli bene. Poi all'improvviso, quando arriva, corpo e mente devono esplodere in un gesto atletico per dare il meglio».
Daniela Peca
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