Penne, stangata per l’illecito

Tre anni di squalifica a Di Simone, Mucci e Di Bartolomeo. Due punti di penalizzazione ai vestini

Una mazzata. E' quella inferta ieri al Penne e a tre suoi tesserati dalla corte d'Appello territoriale. Chiamata a deliberare in merito alla gara Fara San Martino-Penne, disputata il 1° maggio scorso e relativa alla penultima giornata dello scorso campionato di Promozione, girone B.

La sentenza. Tre anni di squalifica ai calciatori Michael Di Simone, Alessandro Mucci (attualmente in forza al Roseto, essendo stato di recente svincolato dal sodalizio biancorosso) e Manuele Di Bartolomeo; 1.000 euro di multa e due punti di penalizzazione in classifica (da scontarsi nel campionato di Eccellenza in corso) al club vestino. Ritenuto oggettivamente responsabile dell'illecito comportamento dei propri tesserati. I quali, in occasione della sfida in questione, decisiva per entrambe le contendenti, si sarebbero adoperati (stando alla accuse formulate dalla Procura e accolte quasi in toto dal Tribunale federale territoriale) per favorire la vittoria della squadra di casa. Questo dopo aver appreso la notizia che il Passo Cordone, rivale diretta nella corsa alla promozione, era sotto di due gol a pochi minuti dal termine.

Le prove. Determinanti, ai fini della sentenza di condanna, non solo le immagini della rete incriminata (quella del decisivo 2-1) pubblicate sulla propria pagina Facebook dal sito www.abruzzowebtv.it., ma i riscontri emersi attraverso messaggi e telefonate trascritte, e le deposizioni testimoniali avvenute nel corso delle indagini (in particolare quella del calciatore Serafini). Elementi dai quali, sempre secondo l'accusa, si evincerebbe la volontà da parte di Di Simone (che dopo aver passato intenzionalmente la palla all'avversario, non ne contrastava l'azione) e del Di Bartolomeo (che pur avendo la possibilità di intervenire, si limitava ad accompagnare la corsa dell'avversario) di favorire la squadra di casa. Tant'è che dopo la realizzazione del raddoppio farense, non vi fu alcuna reazione da parte dei tesserati del Penne, eccezion fatta per il calciatore Serafini, che criticò fortemente l'operato di Di Simone. Quanto poi a Mucci, che nel filmato non appare, la sua responsabilità emergerebbe dal contenuto di un messaggio Whatsapp ("Gli abbiamo dato la partita perché loro l'anno scorso l'hanno data al Penne per i play off e noi sapevamo che il River stava a vince", testuale) inviato ad un tesserato di un'altra squadra, e di una telefonata intercorsa con un dirigente del Casalbordino. Telefonata (registrata ed acquisita agli atti) nel corso della quale ribadiva più o meno lo stesso concetto. "Hai ragione", le testuali parole, estrapolate dal discorso dell'ex centravanti vestino, "io ste cose le odio, non le ho mai fatte e non le faccio manco; però se mi offrono i soldi e quindi hai pienamente ragione .... Io non ci ho capito niente perché il River ha segnato il 3-1 al 47' e cioè l'Ortona stava perdendo e quelli la è successo tutto in una frazione di secondo perché è stata parlata che se l'Ortona vinceva comunque ci faceva il favore, ci facevano vince pure a noi e se il River vinceva gli davamo la partita noi... e comunque so cose che si fanno nel calcio...». Da qui, insomma, la sentenza emessa dalla Corte d'Appello presieduta dall'avvocato Antonello Carbonara. Che pur mitigandole, ha accolto le richieste della Procura Federale.

Le reazioni. Il presidente del Penne, Luca Pilone, reduce dalla trasferta persa ad Alba Adriatica, si è limitato a un breve commento: «Almeno per ora», spiega, «preferiamo non rilasciare dichiarazioni ufficiali, in attesa di decidere sul da farsi». Nei prossimi giorni, infatti, la dirigenza incontrerà i propri legali per fare il punto della situazione e valutare se sia il caso, o meno, di ricorrere in appello. Quanto ai diretti interessati, il terzino Michael Di Simone si è sfogato su Facebook. Nell'immediatezza della sentenza, infatti, sul suo profilo personale è apparso questo eloquente pensiero: "Tre anni, se avessi ammazzato qualcuno avrei preso meno". Frase condivisa, sulla propria bacheca, anche da Manuele Di Bartolomeo

Stefano De Cristofaro

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