Pescara, 30 anni fa l’apoteosi 

Il 21 giugno 1987 in 40mila allo stadio per la partita promozione (in A) contro il Parma

PESCARA. «Quarantamila saremo a tifar», recita l’inno ufficiale del Pescara. Per i giovani che frequentano lo stadio da pochi anni quel passo suona come un’esagerazione. «Ma come?», si chiedono in molti, «l’Adriatico non ha la capacità di accogliere un numero così alto di tifosi!». Invece no, non è così, perché in passato ci sono stati giorni in cui l’impianto pescarese era gremito sul serio da 40.000 spettatori. Il più celebre è il 21 giugno del 1987, data in cui il Pescara festeggia la prima promozione in serie A con Giovanni Galeone in panchina. Il terzo salto nella massima categoria dopo quelli del 1977 e del 1979.
Sono passati trent’anni da quel pomeriggio indimenticabile. Quelli che erano presenti sulle gradinate lo ricordano come uno dei giorni più belli della storia calcistica pescarese, figuriamoci chi lo ha vissuto da protagonista. Ad esempio Roberto Bosco, l’ex centrocampista biancazzurro che realizza il gol-partita contro il Parma di Arrigo Sacchi regalando la promozione al Delfino all’ultima giornata di campionato. «È stata la più bella soddisfazione della carriera», afferma Bosco, «ho avuto la fortuna di vivere quel periodo magico insieme ai miei compagni in una città che piano piano si è avvicinata alla squadra». Il torneo 1986-87, infatti, non inizia tra i migliori auspici. Alla vigilia del campionato nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato sulla banda di ragazzini guidata da Galeone. Nella stagione precedente il Pescara retrocede in C1 e solo la mancata iscrizione del Palermo consente al club biancazzurro di fare domanda di ripescaggio. Così, il Delfino è riammesso in B, ma alla chiusura del calciomercato la squadra di Galeone non è di certo annoverata tra le favorite. Inoltre, il pubblico pescarese, deluso dall’epilogo del torneo precedente, non nutre alcuna fiducia nei confronti della compagine biancazzurra. Dalla foto di squadra che pubblichiamo in alto si vede chiaramente una scarsa presenza di tifosi allo stadio. È il 14 settembre del 1986, giorno in cui prende il via la serie B con il match tra Pescara e Cesena (1-1) all’Adriatico. «Eravamo partiti dal nulla», ricorda Bosco, «andammo in ritiro con le nostre macchine e la rosa contava pochissimi calciatori con esperienza nei campionati professionistici. Gran parte dell’organico era formata da ragazzi provenienti dal settore giovanile». La prima vittoria arriva alla quinta giornata (3-0 contro il Taranto), ma il gioco migliora costantemente e già dopo pochi mesi il Pescara riesce ad issarsi in posizioni interessanti.
Il pubblico comincia ad apprezzare le performance dei biancazzurri e il numero degli spettatori cresce sempre di più. «Con il passare delle giornate», rivela Bosco, «abbiamo acquisito consapevolezza della nostra forza. Poi la vittoria in trasferta contro il Bologna (terzultima di andata, ndr) ci diede una forte spinta, così come l’exploit a San Benedetto del Tronto (32ª giornata, ndr)».
Si arriva così all’ultima decisiva sfida con il Parma. «La notte precedente sognai il gol promozione. E fu un sogno premonitore. Anzi, in verità ne feci uno anche nel primo tempo, ma l’arbitrò lo annullò. Evidentemente era la mia giornata».
L’entusiasmo dei giovani Gatta, Dicara, Camplone, Marchegiani, Pagano, Gaudenzi, Berlinghieri, la forza di altri elementi più esperti, come Benini, Bergodi, Ciarlantini, Loseto, Ronzani, Gasperini e Bosco, l’esplosione di Rebonato (21 gol), ma anche il contributo di chi ha meno spazio, come Berardi, Bressan, Danese, De Rosa, Mancini, Marchegiani, Marchionne, Minguzzi, Romano. Tutto questo crea un’alchimia perfetta e il sogno diventa realtà. Un’impresa sportiva straordinaria che porta la firma del “profeta” Galeone. «Grazie al nostro allenatore in campo ci divertivamo e nemmeno all’ultima giornata contro il Parma sentimmo la pressione. Eravamo convinti di farcela, d’altronde non potevamo rovinare un’annata così esaltante. Se non ricordo male il giorno precedente non andammo nemmeno in ritiro ritrovandoci a pranzo direttamente a Montesilvano». La domenica sera, invece, grande festa ad Eriberto. Fuori, una città e una tifoseria impazzite per il ritorno in A.
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