Mancuso festeggiato dai compagni nella partita con lo Spezia

BIANCAZZURRI AL TERZO POSTO

Pescara ci crede, calendario duro ma non proibitivo: 20 punti per sognare 

La squadra di Pillon giocherà 5 gare in casa e altrettante fuori. L’Adriatico è un fortino, per puntare alla A c’è bisogno di un piccolo scatto in trasferta

PESCARA. A questo punto bisogna provarci. Mancano dieci gare alla fine della stagione regolare. Dieci partite, la prima sabato a Cittadella e l’ultima in casa l’11 maggio con la Salernitana, da affrontare come se fossero delle finali. Il Pescara, terzo in classifica con 44 punti, davanti a sé ha solo Palermo (45 punti con una gara in meno) e Brescia a quota 47. Il calendario è duro, ma non proibitivo. Da sabato fino al termine del campionato il Delfino scenderà in campo cinque volte allo stadio Adriatico e altrettante fuori casa. Tra queste dieci sfide, ci saranno anche quattro scontri diretti, dei quali tre da giocare davanti al pubblico amico: Palermo, Perugia e Verona, mentre l’unica sfida di vertice da disputare in trasferta sarà quella di Lecce, in programma domenica 31 marzo alle ore 21. Per giocarsi le proprie chance di promozione diretta, i biancazzurri dovranno proseguire la straordinaria marcia casalinga e attuare un piccolo scatto in trasferta.
L’Adriatico è un fortino. Su 44 punti totali, il Pescara ne ha conquistati 29 tra le mura amiche. In 13 partite disputate davanti ai propri tifosi, l’undici di Bepi Pillon ha collezionato nove vittorie, due pareggi (con Ascoli e Cremonese) e altrettante sconfitte contro Brescia e Cittadella. Meglio dei biancazzurri hanno fatto soltanto le Rondinelle di Eugenio Corini (30 punti in 13 gare allo stadio Rigamonti). Dunque, nonostante una cornice di pubblico tutt’altro che entusiasmante, il Pescara ha costruito la sua posizione di classifica nelle partite interne. E per proseguire la corsa verso la serie A sarà indispensabile dare seguito a quanto di buono è stato fatto finora.
Negli ultimi cinque impegni all’Adriatico il Delfino affronterà, oltre alle tre squadre già citate (Palermo, Perugia e Verona) il Cosenza (venerdì 15 marzo) e la Salernitana (11 maggio)
Il rendimento esterno. Fuori casa il ruolino del Pescara rallenta in modo netto. Su 13 partite giocate lontano dall’Adriatico sono arrivati sei pareggi, quattro sconfitte e tre vittorie. In totale, 15 punti che collocano Brugman e compagni al settimo posto di questa speciale graduatoria. Il Palermo è la squadra migliore in trasferta (21 punti in 12 match) seguito da Lecce, Brescia, Benevento, Verona e Perugia. Per inseguire i sogni di gloria sarà necessario tornare subito a premere sull’acceleratore lontano dall’Adriatico. Prima del ko di Benevento, il Delfino era infatti in serie positiva in trasferta da quattro turni, nei quali aveva collezionato 8 punti (successi a Salerno e Crotone, pareggi a Livorno e Foggia).
La quota ipotetica. Quasi sicuramente la situazione di incertezza che regna nel torneo cadetto resterà invariata fino alla fine. Ci sono tanti scontri diretti da giocare (all’ultima giornata ce n’è uno niente male, Brescia-Benevento) e tutto potrà accadere. Tuttavia, è probabile che con altri 20 punti il Pescara possa centrare la promozione in serie A. Non da primo in classifica, ma da secondo. In pratica, nelle ultime dieci partite bisognerebbe viaggiare su una media di 2 punti a gara (quella attuale è pari a 1,69). Quota 64, un obiettivo che per essere raggiunto richiederà ulteriori sforzi a un gruppo che sta andando oltre le più rosee aspettative (e forse i propri limiti). Ma da queste parti, ormai, è lecito sognare.
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