Mirko Antonucci con la nuova maglia a Brescia (foto Zanardelli)

CALCIO / SERIE B

Pescara di carattere, evitata la beffa a Brescia 

Rigore sbagliato di Cocco. Decisivi gli attaccanti entrati nella ripresa:  Monachello nel finale  replica al vantaggio a sorpresa di Morosini

Un altro pareggio in trasferta. A Brescia come a Cremona, al debutto. Stesso risultato (1-1) e stessa modalità (in recupero nel finale). Il Pescara torna a casa con il terzo risultato utile consecutivo al termine di una gara che avrebbe potuto vincere, ma che ha rischiato di perdere. Una partita povera di contenuti tecnici, sia ben chiaro. Un pomeriggio aperto da due novità alla lettura delle formazioni: fuori Campagnaro (risentimento muscolare) e dentro Perrotta nelle retrovie e, a centrocampo, maglia da titolare a Melegoni con Machìn in panchina.

In campo il solito Pescara (con divisa arancione e nuovo sponsor), organizzato e compatto, al cospetto di un Brescia dalla cifra tecnica sulla carta superiore, ma bloccato dalle tensioni attorno alla posizione del tecnico Suazo. Partita senza grossi sussulti fino al rigore concesso dall’arbitro Serra al 24’: netto il fatto di Mateju su Brugman liberato da Melegoni. Ma dal dischetto Cocco calcia male, una conclusione debole e centrale con palla respinta da Alfonso con un piede. È questa la chiave di un primo tempo in cui Fiorillo la fa da spettatore e i biancazzurri giocano una gara dignitosa e diligente.

Il rigore calciato da Cocco (foto Zanardelli)

La qualità della contesa è bassa anche a causa del caldo afoso. Servirebbe un acuto, qualcosa per spezzare l’equilibrio basato sulla corsa e sullo scontro fisico. Ma i piedi sono quelli che sono, su entrambi i fronti. Il Brescia non va oltre il tocco di piatto di Torregrossa, al 37’, con palla a lato, mentre il Delfino con Memushaj dalla distanza chiama alla deviazione Alfonso, al 39’. Più Pescara che Brescia nella prima frazione.
La seconda è più palpitante, anche perché il Brescia supera la tensione dell’approccio e pigia il piede sull’acceleratore. Lo si capisce dopo 3’ quando Fiorillo salva sull’incursione di Ndoj. L’inizio di ripresa passivo induce Pillon a un cambio: fuori il discontinuo Melegoni e dentro Kanoutè che si piazza al centro nei tre di centrocampo con lo slittamento di Brugman nel ruolo di mezzala. E il 20enne senegalese ha un buon impatto sulla partita. Si muove davanti alla difesa e alza la diga davanti ai centrali difensivi. Poi, entra Monachello per Cocco. Il Pescara riacquista equilibrio e Monachello di testa, al 18’, va vicino al gol.
Kanoutè cresce con il passare dei minuti, il Delfino sembra avere in mano la partita, ma gli manca quel qualcosa che possa spezzare l’equilibrio. Magari una giocata di qualità di Brugman che non arriva.

E così la sfida si trascina. Fiorillo super su Torregrossa di testa al 22’. Fischi per la sostituzione di Suazo: fuori l’uomo-mercato Donnarumma e dentro Leonardo Morosini. E proprio quest’ultimo, al 37’, tira fuori il coniglio dal cilindro, una giocata che lascia tutti di stucco e che frutta la rete del vantaggio.
Perdere al Rigamonti dopo una gara ordinata e agonisticamente valida sarebbe una beffa per il Pescara. Che reagisce in maniera rabbiosa. Prima Mancuso colpisce il palo con un diagonale al 41’. E poi lo stesso Mancuso, al 43’, mette in mezzo il pallone nell’area piccola che Monachello trasforma in gol nella morsa di difensori bresciani.

Giustizia è fatta. Alla seconda trasferta di fila riacciuffata per i capelli in zona Cesarini sono due le considerazioni che emergono: il Pescara ha bisogno di prendere uno schiaffo per togliersi di dosso i timori e giocare a briglie sciolte; e poi il carattere che mostra il gruppo, la determinazione con cui si batte su ogni pallone e la capacità di riprendere la partita per i capelli. Tutti segnali positivi, margini di miglioramento da sfruttare.
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