Pescara, illusione viola Ora si guarda al futuro 

Caprari e Bahebeck non bastano, la Fiorentina riacciuffa i biancazzurri grazie a Saponara e Vecino. Zeman è pronto a ripartire dai giovani 

Un sospiro di sollievo dopo una lunghissima agonia. Il Pescara chiude la stagione con un pareggio dopo aver accarezzato la vittoria. Contro la Fiorentina finisce 2-2. Con i viola che rispondono alle reti di Caprari e Bahebeck con due acuti di Saponara e Vecino. Quando il Delfino vede lo stadio Franchi si esalta e non fa brutte figure. L’ultima vittoria (sul campo) in trasferta in serie A l’aveva centrata proprio nella tana della Fiorentina, era il 6 gennaio del 2013 e i biancazzurri di Bergodi espugnarono di Firenze grazie alle reti di Jonathas e Celik. Stavolta è finita in parità e quello di 4 anni fa era un Pescara diverso, che alla fine retrocesse, ma almeno con un pizzico d’onore. Ieri i sogni di gloria li ha infranti Vecino, al 40’ st, con una sassata da fuori area. I biancazzurri sono andati in vantaggio nel primo tempo con Caprari (convocato in Nazionale), a ridosso del quarto d’ora, e hanno raddoppiato nella ripresa con Bahebeck. La Fiorentina, senza l’espulso Chiesa, ha rimesso in piedi la gara. Il gol di Saponara, al 21’ st, ha riaperto i giochi e Vecino, a pochi minuti dalla fine, ha fatto andare all’aria i piani di Zeman. Il Pescara chiude il campionato con un briciolo di dignità, dopo mesi e mesi di bocconi amari. La stagione più nefasta degli ultimi anni è terminata e adesso c’è tempo per programmare e ripartire. Giù il sipario, dunque, con poco più di un mese per mettere in mano a Zeman una rosa fatta su misura per lui. La partita di Firenze chiude una stagione terribile che ha prodotto numeri da far arrossire. Il Delfino nella stagione 2012-2013 disputò uno dei campionati più deludenti di sempre chiudendo all'ultimo posto a quota 22 punti con il record di 28 sconfitte totali. Quest’anno i biancazzurri hanno peggiorato lo score: 18 punti in 38 partite con una media da far rabbrividire. Un numero che ha fatto diventare il Delfino la peggiore compagine della storia della A a 20 squadre. In precedenza il record negativo apparteneva al Treviso che nel 2005-06 collezionò 21 punti. Una stagione iniziata con aspettative distorte, dopo le prime gare di campionato, e finita nel disastro totale. Scelte di mercato sbagliate, con troppe incognite e caselle non riempite (attaccante e difensore centrale), troppa presunzione da parte di alcuni protagonisti e troppe incertezze. Pensare di fare la serie A con la stessa struttura della B si è rivelata una delle scommesse perse e il mercato di gennaio, che doveva essere la scialuppa di salvataggio dei biancazzurri, ha finito per demolire le ultime speranze di restare in A. Adesso bisogna resettare, rifondare e ripartire nel segno di Zeman, l’allenatore che dovrà provare a riaccendere l’entusiasmo e dissolvere l’aria pesante di contestazione che da tempo si respira attorno al Delfino e al suo presidente. In molti andranno via e pochissimi, anche se hanno un contratto per il prossimo anno, rimarranno anche nella prossima stagione. Zeman ha già indicato la sua road map per tentare la pronta risalita in A. Il boemo, però, allo stesso modo, ha fatto capire chiaramente che per il prossimo campionato vorrà una rosa pronta subito, senza aspettare le ultime battute del calciomercato, e, soprattutto, una rosa con massimo 28 elementi. Sarà dura accontentarlo, visto che ci sono quasi 50 giocatori sotto contratto, tra quelli in rosa e tutti coloro che rientreranno dal prestito. Il Pescara ripartirà nel segno dei giovani e, soprattutto, del contenimento del monte ingaggi, in attesa di piazzare sul mercato, tra cessioni e prestiti, i vari Biraghi, Zampano e Memushaj, le pedine più esperte che avranno mercato. Il primo passo sarà quello di riconquistare la fiducia della piazza.
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