Pescara in vena di regali  A Salerno segna due gol e si fa rimontare nel finale 

I biancazzurri giocano bene gran parte della gara, ma sbagliano il colpo del ko con Benali. Poi Sprocati e Minala firmano il pareggio

Una vittoria buttata, un’altra rimonta subita e tanta amarezza. Il Pescara sciupa un doppio vantaggio facendosi recuperare dalla Salernitana negli ultimi dodici minuti. Alla fine l’epilogo è ancora più triste rispetto al match col Frosinone, quando le reti all’attivo erano addirittura tre all’intervallo. A differenza della gara precedente, in campo è palese la differenza tecnica tra le due squadre con il Delfino autoritario e padrone del campo per più di un tempo e mezzo. Il gol dell’1-0 lo segna Capone al 25’ e nella ripresa (71’) Pettinari raddoppia. Il Pescara tiene in pugno la gara fino al 78’, quando Sprocati la riapre con un bel tiro a giro da fuori area. Al 91’ la beffa con Minala che tutto solo davanti a Pigliacelli spinge in rete il pallone del 2-2. Una punizione forse eccessiva per l’undici di Zdenek Zeman che paga a caro prezzo alcuni errori e, soprattutto, l’immaturità di molti interpreti. Eppure, rispetto alle precedenti uscite, all’Arechi la squadra mostra progressi nella fase difensiva concedendo agli avversari poche chance e tenendo in mano il gioco per larghi tratti. Nel primo tempo il Pescara è autoritario, aggressivo, a tratti brillante, nonostante il caldo afoso (quasi 30 gradi).
Al contrario delle previsioni, che parlavano di un’accoglienza fredda del pubblico granata nei suoi confronti, l’Arechi riserva a Zeman un lungo applauso. Bello il tributo degli oltre novemila spettatori per l’allenatore boemo che ha guidato la Salernitana per un anno e mezzo dall’estate del 2001 a dicembre 2002 (6° posto in B nella prima stagione, poi l’esonero e i litigi con l’ex presidente Aliberti). In tribuna c’è anche Karel Zeman, il figlio del boemo, seduto accanto al ds Pavone, oltre al patron del club campano e della Lazio Lotito, l’ex tecnico di Bari e Frosinone Stellone. L’avvio dei campani sorprende la difesa del Pescara con Ricci che ispira Sprocati: l’attaccante impegna Pigliacelli che risponde d’istinto. Il pericolo scampato sveglia i biancazzurri che iniziano ad imporsi. Pettinari è un punto di riferimento affidabile in attacco, anche se il primo tentativo è di Perrotta che s’improvvisa attaccante e di tacco su servizio di Brugman impegna Radunovic. La Salernitana risponde con Vitale (tiro alto), ma il Delfino in pochi minuti crea tre palle gol. Prima Pettinari di testa in tuffo (a lato), poi Del Sole (tiro alto), infine Capone segna da due passi il gol del meritato vantaggio su assist di Zampano. Prima dell’intervallo Radunovic dice no a Del Sole. I biancazzurri vanno al riposo senza prendere gol, ma a differenza dei match con Foggia e Frosinone mostrano una buona tenuta difensiva.
Novità dal 1’ della ripresa con Carraro (terzo under 20 in campo con Del Sole e Capone) che prende il posto di Proietti, ko dopo un duro scontro con Minala.
Cambia anche Bollini che rafforza l’attacco: dentro un esterno offensivo, il portoghese Alex, al posto di un terzino. Al 61’ entra Zito che poco dopo fallisce il pareggio, poi Perrotta si fa soffiare il pallone da Bocalon e serve Sprocati che conclude a botta sicura, ma il difensore rimedia in tackle con l’ausilio del palo. Nel momento migliore dei campani Pettinari raddoppia. Il merito è tutto di Brugman che duetta con Benali (entrato poco prima al posto di Capone) e al 71’ serve un pallone d’oro all’attaccante che sale a quota 7 reti in 4 gare. Cinque minuti dopo Benali ha la chance per chiudere la partita, ma anziché servire Coulibaly (solo al centro dell’area) tenta il dribbling su Radunovic che lo ferma. Alla fine, in 12 minuti, la beffa già descritta. Così, Bollini salva la panchina e il Pescara si morde le mani per il successo mancato e per altri due punti gettati al vento. Martedì c’è l’Entella all’Adriatico, bisogna vincere per non perdere contatto con la vetta.
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