Pescara, muscoli e fosforo Bruno e Verre: rialziamoci

Il mediano dopo il ko di Novara: «Sono arrabbiato, bisogna essere più cattivi» L’ex Roma pronto al decollo: «Voglio la promozione, Camplone è il mio maestro»

PESCARA. Il braccio e la mente. Uno morde e l’altro illumina il Pescara. Alessandro Bruno e Valerio Verre, undici anni di differenza, due ruoli simili e caratteristiche diverse. Il primo, classe 1983, quantità allo stato puro. Mediano di sostanza, con un bagaglio d’esperienza importante. Era finito fuori lista, ma Oddo con il tempo ha iniziato ad apprezzarlo preferendolo ad Ante Vukusic, che poi ha risolto il contratto con il Pescara. Bruno è il classico mediano che può farti comodo quando devi mettere muscoli e cattiveria in campo. A Benevento da ragazzino giocava in attacco, con il tempo è diventato un centrocampista di categoria. Spigliato e poco avvezzo ai giri di parole. «A Novara abbiamo sbagliato», ecco giusto per far capire il personaggio, che va subito al sodo senza troppi fronzoli. «Dobbiamo diventare più cattivi perché a me girano ancora le scatole. Bisogna essere più cattivi e determinati in campo. Può capitare che a volte giochi male e in queste circostanze devi alzare il tasso d’agonismo per portare punti a casa. Al Piola, per esempio, pur non giocando un calcio spumeggiante, potevamo almeno pareggiare».

Il riscatto con la Ternana. «Assolutamente», dice Bruno, «ma dobbiamo fare attenzione. Conosco Breda, mi ha allenato a Latina. È uno preparato e la Ternana giocherà molto sulle ripartenze». Bruno è in ballottaggio e potrebbe anche finire in panchina, visto che poi dovrà fare gli straordinari calcolando le assenze dei nazionali Mandragora e Verre. Loro due sono i talismani del Pescara, che ha sempre perso senza i due azzurrini. «Non è vero», sorride Valerio Verre, escluso dall’undici di Novara. «Al Piola bisognava fare una partita diversa ecco perché non ho giocato. Non sono il talismano del Pescara. Questa sconfitta ci aiuterà a crescere». Allegri stima molto Verre e lo vede nella Jvue del futuro. «È un grande onore, ma meglio pensare al presente». L’ex romanista è uno dei centrocampisti più forti della B, ma in serie A non riesce a trovare spazio. Andrea Camplone, lo ha allenato a Perugia nella passata stagione. «Valerio è il mio pupillo», disse il tecnico pescarese qualche tempo fa. «È un peccato che non giochi in A, anche se ad Udine (il club che detiene il cartellino di Verre, ndr) c’è un tecnico come Colantuono che non punta sui giovani». Verre sorride e risponde: «Camplone è un maestro, mi ha insegnato tanto l’anno scorso a Perugia. Grazie ai suoi consigli ho imparato a gestire le energie nell’arco dei 90’».

All’Udinese lo hanno scartato troppo presto, ma lui non ha rancori. «Lì non potevo rimanere perché non avrei trovato spazio. Pazienza, vuol dire che andrò in A col Pescara. Ho già vinto un campionato a Palermo e credo che qui ci siano tutti gli ingredienti per provarci. Manca solo un pizzico di esperienza perché siamo molto giovani, ma con il tempo anche questa lacuna verrà colmata».

Ieri la squadra si è allenata al Poggio degli Ulivi. Campagnaro salterà la sfida con la Ternana visto che non ha recuperato dall’infortunio muscolare. Zampano, Mandragora, Verre e Benali al rientro, mentre in panchina andrà Cocco, che non è ancora riuscito ad inserirsi nei meccanismi del Pescara. In attacco dunque, con Benali trequartista, spazio a Caprari e Lapadula. Quest’ultimo è seguito dal Genoa. «Teniamo d'occhio Lapadula, è un profilo interessante. A gennaio, però, non possiamo permetterci scommesse», ha detto il patron dei rossoblù Enrico Preziosi. E il suo collega Sebastiani ha risposto. «Il Genoa segue Lapadula? Benissimo, ma Gianluca al momento vale 5 milioni di euro e se continuerà così la sua valutazione crescerà». Capito Preziosi?

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