Daniele Sebastiani, presidente del Pescara

I CONTI DELLA SOCIETA'

Pescara, utile di bilancio grazie alle plusvalenze 

Sorpresa Zugaro De Matteis: un Primavera venduto all’Inter per 4,5 milioni

PESCARA. Sono le plusvalenze realizzate attraverso la vendita dei calciatori a regalare il segno positivo al bilancio del Pescara calcio al 30 giugno scorso. Un attivo piuttosto consistente, poco più di 4,6 milioni, se si considera che l’anno precedente il passivo era stato di oltre 7,2 milioni di euro. Una sterzata portentosa dalla stagione disastrosa in serie A a quella della serie B iniziata con Zeman in panchina e finita con Bepi Pillon al timone. E’ il campionato concluso con la salvezza conquistata a Venezia che viene passato ai raggi X attraverso l’analisi del bilancio chiuso prima dell’inizio del ritiro precampionato della stagione in corso. La sterzata è ovviamente concentrata nei costi, circa 16 milioni in meno dell’anno della serie A che, quantunque chiusa in maniera indecorosa in mezzo al campo, è stata sanguinosa per le casse sociali. Ma non è bastato ridimensionare drasticamente gli ingaggi dei calciatori per passare da un bilancio in passivo a un altro in attivo. È stato fondamentale l’apporto del paracadute, circa 10 milioni, riservato alle squadre che scendono dalla A alla B. E sono servite le plusvalenze, come detto.

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La scommessa dell’Inter. La sorpresa è il nome del calciatore che ha fatto la fortuna del Pescara a bilancio: si chiama Davide Zugaro De Matteis, classe 2000, un laterale in forza alla Primavera biancazzurra che è stato venduto all’Inter per 4,5 milioni, la stessa cifra pagata per avere il difensore Gravillon, cresciuto nel vivaio nerazzurro. Il mancino pescarese essendo un prodotto del settore giovanile tutta la cifra incassata diventa una plusvalenza. Ed è (quasi) la stessa che permette alla società del presidente Daniele Sebastiani di chiudere l’esercizio in attivo. Zugaro De Matteis in prima squadra non si è nemmeno affacciato, ma l’Inter nel gennaio del 2018 ha deciso di investire una cifra consistente su di lui - lasciandolo in prestito al Pescara - nella speranza che diventi un campione. Ovviamente, non è la sola plusvalenza, ma è la più eclatante. Ci sono, poi, quelle di Fernando Del Sole (3,5 milioni) e Filippo Delli Carri (1,1 milioni), ceduti alla Juventus. In mezzo quella del senegalese Mamadou Coulibaly per il quale l’Udinese ha sborsato 1,7 milioni iscritti a bilancio nell’esercizio chiuso il 30 giugno scorso. I buoni rapporti tra l’Inter e il Pescara vengono evidenziati anche alla voce premi di valorizzazione, dal momento che il club della famiglia Zhang ha dato al Delfino 500mila euro per la valorizzazione di Palazzi e altrettanti per quella di Carraro. Nella speciale graduatoria a ruota ci sono poi Valzania (70mila euro) e Capone (50mila) mandati a maturare in riva all’Adriatico dall’Atalanta.
Le promesse mancate. Ci sono anche le minusvalenze. La più consistente è quella di Cristiano Biraghi, il terzino oggi in forza alla Fiorentina e nel giro della Nazionale ceduto al club viola per 1,85 milioni con una perdita di 923mila euro. Tra le minusvalenze anche la punta Stefano Pettinari che a bilancio aveva un valore di 166 euro ed è stato ceduto a zero al Lecce, neopromosso in B. In questo caso sorprende che una società così attenta alle plusvalenze come il Pescara abbia ceduto gratis un attaccante che ha segnato 13 gol in campionato. Detto delle plusvalenze e del paracadute, vanno sottolineate le altre principali voci dei ricavi, vale a dire i due milioni raccolti dalla pubblicità, gli 882.049 euro provenienti dagli sponsor, i 725mila euro dalle cessioni temporanee dei calciatori, 1,5 milioni dai premi di valorizzazione e, soprattutto, i quasi sette milioni di diritti televisivi e contributi della Lega. Appena un milione di euro da biglietti e abbonamenti. Dalla lettura del bilancio emerge anche che il parco giocatori viene valutato quasi 18 milioni.
Staff tecnico. Stagione travagliata quella 2017-2018 in serie B con tre allenatori che si sono avvicendati in panchina: Zeman, Epifani e Pillon. Più i collaboratori, i direttori e i tecnici delle giovanili. Un totale di 19 tesserati con un costo pari a 2milioni e 224mila euro.
Debiti e crediti. Ma lo stato di salute del Pescara com’è, al di là dell’analisi dei costi di gestione? La società ha una prevalenza di debiti così come la maggior parte delle società professionistiche italiane e la risposta può in parte arrivare dall’analisi dei numeri. Il totale delle passività è di circa 23 milioni a fronte di circa 10 milioni di crediti, di cui 564mila euro sono immobilizzazioni finanziarie. Tra i crediti anche poco meno di 400mila euro che la società conta di avere dalla curatela fallimentare del Pescara calcio Spa che ha in corso una causa (si attente solo la sentenza di Cassazione) con la Banca Caripe per un importo di poco più di due milioni.
La voce debiti, invece, comprende quelli con le banche, 4,5 milioni circa; quelli verso fornitori, quasi due milioni; e, soprattutto, quelli tributari, 12,3 milioni di euro. Tutti rateizzati.
I proventi da sponsor sono così ripartiti: Liofilchem Spa 200mila euro, Sarni 100mila e Saquella caffè 140; lo sponsor tecnico Errea Sport contribuisce per 442.049. I costi per allenamenti e ritiri sono stati calcolati in 105mila euro, più dell’esercizio precedente; le spese sanitarie (medicinali e riabilitazione) ammontano a 139.800, anche in questo caso in aumento. I costi per il servizio di biglietteria, controllo ingressi e organizzazione sono pari a 634.431 euro e si riferiscono al servizio steward necessario per adempiere alle disposizioni ministeriali, al costo per il noleggio del sistema elettronico per l’emissione dei biglietti e alle spese per il servizio sanitario e antincendio in occasione delle partite casalinghe. Un particolare ribadito nel bilancio è che gli amministratori della società non percepiscono alcun compenso.
@roccocoletti1.

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