CALCIO E TV

Più soldi e meno visibilità: così la B perde appeal 

Da Sky a Dazn: stravolto il modo di seguire le gare in cambio di qualche milione in più per i club

Ci vorrà tempo prima di tracciare un bilancio del matrimonio tra la serie B e Dazn, la piattaforma internet del gruppo inglese Perform, che si è aggiudicata i diritti televisivi del campionato per il triennio 2018-2021. Si tratta di una rivoluzione e quindi va concesso qualche mese per metabolizzare il nuovo corso, dopo che per anni la B è stata trasmessa e valorizzata da Sky. Intanto va spiegato il motivo per cui la Lega B ha scelto Dazn. Ed è essenzialmente economico, visto che Dazn paga più di quanto abbia pagato Sky in precedenza e più di quanto la tv satellitare di Murdoch aveva intenzione di mettere sul piatto della bilancia.
Nell’ultimo triennio la Lega B ha incassato, rispettivamente, 21, 21,5 e 22 milioni di euro. Ai quali vanno aggiunti i soldi per i diritti degli highlights e della radio. Secondo il contratto stipulato nel giugno scorso, invece, Dazn si impegna a pagare (in cambio di undici partite ogni giornata di campionato) 22 milioni di euro all’anno più bonus. Ai quali vanno aggiunti altri 4 milioni circa tra highlights, diritti in chiaro e radio. Il totale fa oltre 26 milioni di euro. Più o meno 4 in più a stagione per il prossimo triennio. Basta e avanza per giustificare, agli occhi dei presidenti delle società di B, il nuovo corso. Che è stato approvato con voto favorevole di tutti, fatta eccezione per il Perugia. Sky non si è strappata i capelli per la perdita della serie B, perché per lo stesso periodo di tempo (2018-2021) ha ripreso i diritti tv di Champions e Europa League. E quindi non esiste il timore di una emorragia di abbonamenti.
Ovviamente, Sky ha ridotto drasticamente lo spazio dedicato alla serie B. Manda in onda le immagini dei gol della giornata, ma non va oltre. Né ci sono contenitori all’interno dell’all news Sky Sport 24 né esistono programmi dedicati al campionato. Insomma, la B viene trattata come un qualsiasi campionato estero, pressoché messo ai margini. Vengono valorizzati altri prodotti e altri eventi televisivi.
Al di là del prelievo forzoso nelle tasche del cliente-tifoso costretto a pagare 9,90 euro al mese per vedere la B su Dazn, c’è una ricaduta anche sul piano della visibilità del campionato impennatasi negli ultimi anni. E di questo va dato merito all’ex presidente di Lega Andrea Abodi.
Dazn mette in rete contenuti giornalistici on demand, quindi il cliente-tifoso va sulla home page, vede se c’è un servizio sulla B o sulla squadra del cuore, clicca e se lo vede. Da un lato è una comodità, dall’altra un limite. La comodità consiste nel non dover attendere il rullo di Sky, basta un clic e la visione è immediata. Ma vuoi mettere il servizio sulla tua squadra del cuore nel bel mezzo di un notiziario sportivo di una all news con un contenuto giornalistico a sé su un sito internet?
Il nodo è proprio questo: la visibilità – e quindi la valorizzazione – della serie B sembra a forte rischio. Anche perché è un progetto nuovo e in Italia non c’è l’abitudine diffusa alla televisione su internet. Vada per la visione della partita, per la quale comunque ci sono stati dei problemi, ma durante il resto della settimana la B perde considerazione e appeal. Al netto, ovviamente, di quelle che sono le grane legate alla connessione per la ricezione delle immagini delle partite. Dazn ha concesso un mese di prova gratuita per accaparrarsi le simpatie dei clienti; dopodiché, se non ci sarà la disdetta l’acquisto del pacchetto sarà automatico. Per fare un bilancio degli abbonamenti quindi c’è tempo. La sensazione è che i contatti saranno inferiori a quelli di Sky. Bisognerà valutare nei prossimi mesi quanto il tifoso-cliente scelga la tv su internet a scapito dei colossi che viaggiano sul satellite o sul digitale terrestre. Chiara comunque la scelta politica dei presidente dei club di B: prendi il malloppo subito e poi si vedrà. Incuranti di una diminuzione di visibilità che potrebbe ripercuotersi sugli introiti da sponsorizzazioni. Servono soldi, subito. Mediamente la Lega B incassa all’anno tra gli 80 e gli 85 milioni di euro tra diritti tv e mutualità, non una cifra eccelsa se paragonata ai 150 milioni della Liga Adelante (serie B spagnola) o i 185 milioni della seconda divisione tedesca. Niente a che vedere con la seconda divisione inglese che può contare su quasi 140 milioni di euro solo di diritti televisivi. Questione di appeal e di credibilità.
Tutto questo in tv. Ma ci sono il campo, gli spalti e… soprattutto il botteghino. Le presenze negli stadi nella stagione 2017-2018 hanno fatto registrare un saldo positivo, rispetto a quella precedente, con una media di 6.930 paganti per ogni gara di serie B. Il problema è che le prime tre piazze nella classifica degli spettatori, per un motivo o per l’altro, non abitano più in serie B: Bari (15.800) e Cesena (12.106) sono scomparsi e ora giocano in D, mentre il Parma (11.385) è volato in A.
A maggior ragione, in prospettiva, a preoccupare è la perdita di visibilità della B.
@roccocoletti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA