Maurizio Sarri (da Getty Images)

PALLA AL CENTRO

Sarri giù e Allegri su: stili e risultati diversi

Negli ultimi anni il calcio italiano – oltre che della dittatura della Juventus – si è cibato di discussioni sulla qualità del gioco espresso: tra chi apprezza il bello e chi si tiene stretto il pragmatismo del risultato. Un dibattito che, in assoluto, non prevede la ragione al 100% da una parte o dall’altra, comunque la si veda. L’emblema dei due partiti sono stati il Napoli di Sarri e la Juventus di Allegri: i complimenti al sarrismo e i trofei ai bianconeri. Ognuno con le sue ragioni: Maurizio Sarri con il gusto del bel gioco ottenuto attraverso la ripetitività dei movimenti abbinati al talento, Massimiliano Allegri con la concretezza che è un marchio di casa della Juventus. L’uno convinto di poter essere un valore aggiunto con gli schemi, l’altro deciso ad affermare il principio della gestione delle risorse umane e del valore del giocatore che fa la differenza. L’uno identificabile con la forza del gioco d’attacco e l’altro abile a collezionare trofei passando sempre dalla solidità della difesa.
Ieri pomeriggio, Sarri è andato incontro al punto più basso degli ultimi anni, quello che sancisce la fine dell’idillio con il Chelsea. Mai in partita i Blues al cospetto del Manchester City, un 6-0 che non ammette repliche. Con tanto di mancata stretta di mano alla fine a Guardiola che in Inghilterra equivale a una figuraccia più che in Italia. A Reggio Emilia, invece, Allegri e la Juventus hanno messo le mani sull’ottavo scudetto di fila, aumentando il vantaggio sul Napoli a undici punti. Lo hanno fatto con una prestazione non bella, ma efficace. Lo hanno fatto alla loro maniera, rischiando in alcune occasioni e poi facendo valere la maggior prestanza fisica e la qualità dei singoli.
E così mentre il Chelsea viene umiliato dal City e scivola al quinto posto (fuori dalla zona Champions) in Premier League, la Juventus di Allegri cresce in vista della doppia sfida degli ottavi di Champions contro l’Atletico Madrid. Senza voler entrare nel merito dell’annosa discussione, che di certo è destinata a proseguire, è però curioso constatare come le strade dei due allenatori, e delle loro filosofie, nello stesso pomeriggio prendono indirizzi diversi. Rinfocolando polemiche e discussioni: conta giocare bene o vincere?
@roccocoletti1.

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