Daniele Sebastiani, 54 anni, presidente del Pescara

L'INTERVISTA

Sebastiani: sarà un Pescara ambizioso 

Il presidente alterna critiche ed elogi a Pillon e sul futuro: «Il prossimo tecnico? Uno che ama lavorare con i giovani»

PESCARA. C’eravamo tanto (poco) amati. Sul Pescara, domenica sera, è sceso il sipario. Fine dello spettacolo e tante lacrime (vere). È stato il giorno del dolore (sportivo), ma anche dell’addio di Bepi Pillon. Il tecnico ha salutato il Delfino senza incrociare lo sguardo del presidente Daniele Sebastiani, che ieri, dopo qualche ora per sbollire la rabbia, ha raccontato al Centro il suo stato d’animo, il rapporto con Pillon e le strategie future.
Sebastiani, stranamente domenica ha lasciato lo stadio senza rilasciare dichiarazioni.
«Ero troppo arrabbiato per come sono andate le cose. Abbiamo buttato all’aria una possibile promozione, perché sono convinto che col Cittadella avremmo avuto grandi possibilità di centrare la serie A».
Che cosa non ha funzionato?
«Contro il Verona abbiamo giocato in maniera diversa rispetto alla semifinale d’andata, commettendo lo stesso errore della gara di ritorno in campionato. Troppo timorosi contro una grande squadra. Mi aspettavo una partita diversa nel primo tempo, mentre nel secondo abbiamo creato 2-3 palle gol importanti e siamo stati condannati dall’episodio del rigore».
Che situazioni di gioco non le sono piaciute?
«Non avrei mai fatto il cambio Sottil-Campagnaro. Non avrei messo un terzo difensore in quel momento della partita, anche perché non è stato un bel segnale a livello di coraggio contro una squadra che doveva assolutamente far gol».
Un bilancio sull’operato di Pillon?
«Ha fatto benissimo, è una persona straordinaria e lo ringrazio per il suo lavoro».
Però durante la stagione spesso lo ha punzecchiato pubblicamente. Perché?
«Le mie critiche erano solo un modo per pungolare la squadra e creare nuovi stimoli».
Si aspettava le parole d’addio di Pillon subito dopo la partita?
«Le sue dichiarazioni mi hanno un po' sorpreso. Forse lui, vedendo che a febbraio non avevamo esercitato l’opzione di rinnovo, aveva capito che le nostre strade si sarebbero divise».
Tra di voi ci sono ruggini?
«Nessun problema con Pillon. Va ringraziato per quello che ha fatto non solo quest’anno, ma anche l’anno scorso, quando ci ha tolto da una situazione difficile. Ripeto, ha fatto un grande lavoro».
Lei ha sempre creduto in questo gruppo?
«Mi dispiace che in tanti non abbiano scommesso su questa squadra ad inizio stagione. Io ho sempre pensato di avere un Pescara importante e che poteva provare ad agganciare i play off».
Che cosa è mancato?
«Mi sarebbe piaciuto vedere in campo con una certa continuità qualche giovane in più. In futuro dobbiamo lavorare anche sulla linea verde, visto che quest’anno di ragazzi ne abbiamo presi parecchi, forse i più interessanti della B».

Il terzino Cristiano del Grosso, in lacrime, consola il 19enne Bettella

A gennaio è andato via Machìn a centrocampo e non avete preso un vice Mancuso o altri attaccanti adatti al gioco del Pescara. Non crede che siano stati fatti degli errori?
«Non è vero che a centrocampo non c’erano soluzioni alternative. Melegoni si è subito infortunato, Bruno ha fatto le sue partite, e non ha sfigurato, poi c’era Kanoutè, che ha avuto qualche problema fisico, ma poi è scomparso. Per quanto riguarda l’attacco, i nostri esterni hanno giocato spesso molto arretrati e non era sempre un 4-3-3, il nostro, ma più un 4-5-1. Monachello è stato un po' dimenticato, il nostro bomber della Primavera Borrelli non è mai stato preso in considerazione. A gennaio potevamo prendere Moncini, per esempio. Ma il modulo di Pillon con una sola punta centrale e un Mancuso in grande forma hanno scoraggiato gli attaccanti trattati, tra cui proprio Moncini che ora fa faville a Cittadella».
Si guarda al futuro.
«Ora ci diamo 10 giorni di stop. Poi mi vedrò con Repetto per progettare il futuro. Il prossimo anno vorrei lavorare di nuovo sul giusto mix tra giovani e giocatori d’esperienza. Proveremo di nuovo ad allestire un Pescara ambizioso, non ci faremo trovare impreparati».
Zauri le piace come tecnico?
«Sì, ma vedremo in futuro cosa fare. Nel settore giovanile sono state fatte cose importanti».
Juric, Grassadonia, Stellone, per fare qualche nome. Chi siederà sulla panchina del Pescara?
«Un tecnico coraggioso e che sappia lavorare e puntare sui giovani».
Quali giovani potrebbero rimanere?
«Quello che ha più possibilità è Bettella, ma faremo di tutto per trattenere Sottil e Del Sole».
Mancuso andrà via, vero?
«Potrebbe andare in A, ma molto dipenderà dalle operazioni che farà la Juventus».
Adesso ufficializzerà il nuovo direttore sportivo?
«Antonio Bocchetti sarà il nuovo ds e lavorerà insieme a Repetto, che sarà ancora il responsabile dell’area tecnica».
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