Selasi cresce con l’aiuto del mental-coach

In campo dimostra personalità, fuori fa professione di umiltà: per consacrarsi al 18enne ghanese manca solo il gol

PESCARA. Il periodo d’oro di Ransford Selasi. Non più una promessa, ma un punto fermo del Pescara. Nemmeno lui sperava in tanta considerazione e, nonostante sia salito alla ribalta, vive il momento con serenità. «Per me è un onore», afferma il 18enne ghanese, «avere spazio in mezzo a tanti calciatori importanti. Mi impegno al massimo durante gli allenamenti, ma non ho rubato il posto al mio amico Brugman. Gaston è un giocatore formidabile, un ragazzo eccezionale che mi dà consigli preziosi anche quando siede in panchina».

L’umiltà è la sua dote principale, i suoi idoli due connazionali: lo juventino Kwadwo Asamoah e l’ex milanista Kevin Prince Boateng. «Sono seri, mi piace il loro comportamento».

Più dell’aspetto tecnico, Selasi sottolinea le qualità morali dei campioni ghanesi. Ransford non ha ancora la patente di guida, ma in tanti sono disposti a dargli un passaggio al campo. Prima ci pensava Maniero al quale è rimasto legatissimo. Adesso tocca agli altri, a volte lo carica Zampano, più spesso Aldegani. La sua storia rispecchia quella di tanti ragazzi africani che inseguono il sogno di giocare in Europa. Molti vengono illusi, come il camerunense Minala, abbandonato alla stazione Termini di Roma da un sedicente procuratore che gli aveva promesso un provino al Milan. A Selasi va meglio, grazie soprattutto a Stefano Merloni, allenatore romagnolo con grande esperienza nei Paesi africani. Prima in Marocco, poi in Ghana con la gestione dell’accademia calcistica dove il talento biancazzurro cresce. Agli inizi del 2013 Merloni lo segnala a Peppino Pavone che in quel periodo lavora alle dipendenze del Barletta, ma il club pugliese non ha la possibilità di tesserarlo. Così Pavone propone Selasi all’ex diesse del Pescara Daniele Delli Carri che sottopone il ragazzo al giudizio del responsabile del settore giovanile Ferdinando Ruffini e del coordinatore tecnico Antonio Di Battista. Bastano poche sedute con la Primavera per spingere la dirigenza ad investire 250mila e chiudere l’operazione. La firma del contratto gli permette di soddisfare le necessità dei familiari che vivono in Ghana. In riva all’Adriatico trova subito sostegno e affetto, soprattutto grazie a Celestino Natale che da tanti anni si impegna nel sociale. Dopo l’ex biancazzurro David Mbodj, che milita nel San Nicolò, Natale ha ospitato Ransford. Vederli insieme è straordinario: Mbodj musulmano senegalese che parla il francese, Selasi cristiano evangelico (legge la Bibbia ogni sera) ghanese che si esprime in lingua inglese. Ora i due ragazzi condividono un appartamento e David per Ransford è diventato un fratello maggiore. Natale, di professione mental- coach, cura anche la preparazione alle partite del centrocampista. E i risultati si vedono: Selasi ha ormai acquisito una forte personalità e i compagni lo cercano con insistenza. Ha enormi margini di miglioramento e qualche dote un po’ nascosta, ad esempio il tiro da fuori. Quando dimostrerà anche senso del gol diventerà un calciatore completo. E magari alla prima rete in biancazzurro mostrerà la t-shirt che indossa in campo, dove campeggia la famosa frase di Ligabue: “Sono i sogni a dare forma al mondo”. A Pescara è arrivato in punta dei piedi mostrandosi riconoscente con tutti. Cerca sempre di dare indietro ciò che ha ricevuto, in particolare aiutando i ragazzi della casa-famiglia. Nel suo caso “Dio ha ascoltato”: è proprio questo il significato del cognome Selasi in lingua Ewe. Ransford prega affinché continui a farlo.

Giovanni Tontodonati

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