CALCIO SERIE B

Tifosi in calo all’Adriatico: Zeman 14mila, Pillon 7mila 

L’obiettivo nel prossimo campionato è riportare il grande pubblico allo stadio

PESCARA. Ripartire dal pubblico. L’obiettivo del Pescara per la prossima stagione sarà anche quello di riavvicinare i tifosi alla squadra di Luciano Zauri. In 10 anni di attività della Delfino Pescara 1936 – società nata nel 2009 dopo il fallimento del Pescara Calcio SpA – l’andamento delle presenze allo stadio Adriatico è stato altalenante e nell’ultima stagione il numero degli spettatori nelle gare casalinghe è sceso sensibilmente.

I tifosi del Pescara in curva Nord

Zeman trascinatore. Si è passati dai 13.940 spettatori di media nella stagione di Zeman (2011-2012), culminata con la strepitosa promozione in serie A, ai 7.027 dell’ultimo campionato con Bepi Pillon in panchina, chiuso con la semifinale play off persa contro il Verona. Quasi 7mila spettatori, negli ultimi sette anni, non hanno più messo piede allo stadio. Si tratta del secondo peggiore numero degli ultimi sette campionati di serie B; superiore solo a quello del campionato 2014-15, quando sulla panchina del Delfino c’era Marco Baroni e la squadra aveva disputato un pessimo girone di andata. Baroni venne sostituito da Massimo Oddo alla 41ª giornata, il Pescara vinse contro il Livorno, conquistò l’accesso ai play off e alla fine perse la finalissima promozione contro il Bologna. La differenza è che in quel torneo, dopo 25 giornate i biancazzurri erano decimi in classifica, seppure in risalita dopo una prima parte deludente.
Al contrario, l’undici di Bepi Pillon sin dalle battute iniziali nell’ultima stagione ha sempre occupato posizioni di vertice, ma l’ottimo (e per certi versi inaspettato) ruolino di marcia non ha spinto i sostenitori biancazzurri ad affollare lo stadio Adriatico.

Il presidente del Pescara Daniele Sebastiani
Fuga dall’Adriatico. Tra l’altro, dati alla mano, rispetto all’anno scorso sono oltre 500 gli spettatori in meno. Nella stagione 2017-2018 il Pescara occupava il nono posto nel ranking, con 7.571 spettatori di media, quest’anno invece ha chiuso al dodicesimo posto (7.027). Anche nelle tessere sottoscritte c’è stato un crollo, visto che si è passati dai 4.914 abbonamenti nel 2017-2018, ai 3.668 di quest’anno, ovvero ben 1.246 abbonamenti in meno. Quest’anno l’Adriatico si è vestito a festa, o quasi, solo in poche occasioni, ovvero nelle ultime di campionato quando la società ha dimezzato i prezzi dei tagliandi. La gara con il Verona ha fatto registrare il record stagionale con quasi 10mila spettatori (9.939 per l’esattezza) e con la Salernitana 9.099, oltre alla gara di ritorno della semifinale play off contro il Verona, quando il botteghino fece registrare 11.165 paganti, davvero pochi calcolando l’importanza della posta in palio.

Luciano Zauri, allenatore del Pescara
Strategie future. Ora si riparte con l’intenzione del presidente Daniele Sebastiani, che non è ancora riuscito a riconquistare i cuori dei tifosi, di allestire una buona squadra puntando sul giusto mix tra giovani ed elementi d’esperienza.
Luciano Zauri avrà il delicato compito di far riavvicinare i tifosi “sfiduciati” e dovrà farlo attraverso il gioco, il bel gioco, che in Primavera ha fatto vedere grazie al suo spumeggiante 4-3-3. Tra una decina di giorni, forse, il club svelerà la nuova campagna abbonamenti e proverà, con promozioni e pacchetti dedicati a famiglie e giovani, a far tornare più gente possibile allo stadio Adriatico, magari puntando a superare, almeno, il muro delle 4mila tessere dopo le 3.668 sottoscritte nell’ultima stagione, mentre in serie B il record è stato registrato nella stagione 2013-2014 (5.068 tessere) e il punto più basso nel campionato 2011-2012 (2.882 abbonamenti), ma il Delfino chiuse l’annata con la promozione in serie A.
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