Tiribocchi: io e Pillon amore e odio, Delfino da A 

L’ex bomber ora commentatore Dazn: «Pescara può puntare alla promozione tramite i play off»

PESCARA. Per anni ha spadroneggiato anche in serie B. Ben 262 gare giocate, 86 gol e 2 promozioni. Simone Tirbocchi, 41 anni, ha segnato gol a grappoli in cadetteria. Il “Tir”: un soprannome coniato dai giornalisti quando aveva solo 19 anni. Quando segnava, fingeva di tirare la cordicella per suonare il clacson, come a dire: via tutti, ora passo io. Ora ha smesso con il calcio giocato, allena nel settore giovanile dell’Eurocalcio, una squadra di Bassano del Grappa, e lavora come commentatore televisivo per Dazn.
Tiribocchi, com’è la sua nuova vita con cuffia e microfono?
«Alleno una squadra Juniores a Bassano del Grappa, la città di mia moglie, qualche mese fa mi ha chiamato Dazn per fare il commento tecnico alle gare di B. Mi piace molto e adesso commento anche la serie A. Avverto una pressione completamente diversa. Mi preparo molto e all’inizio sono sempre un po’ in ansia, però è molto adrenalinico».
Più del calcio giocato?
«No, il gol ti dà sicuramente delle emozioni diverse. Gioco ancora in un campionato amatoriale e qualche tempo nella mia squadra c’era anche Stefan Schwoch (anche lui commentatore di Dazn, ndr)».
Del Pescara che pensa?
«Ho commentato Pescara-Brescia. È stata una sconfitta pesantissima per il Delfino, ma sono rimasto sorpreso dal colpo di Crotone. La squadra si è rilanciata alla grande e sta facendo un campionato strepitoso, perché nessuno forse avrebbe scommesso sul Pescara ad inizio stagione. In estate Perugia, Verona, Crotone, Spezia e Palermo, sulla carta. Erano sicuramente più forti. Insieme al Lecce, Pescara è la sorpresa della B».
Conosce Pillon?
«Benissimo. È stato il mio allenatore nel Chievo, in serie A, nella stagione 2005-2006 e ho debuttato in Champions con lui in panchina. È un tecnico molto preparato».
Che rapporto aveva con lui?
«Di amore e odio (sorride, ndr). Facevo gol, ma nella partita successiva finivo in panchina. Giocavo poco, anche se segnavo tanto. Davanti avevo Amauri e Pellissier. Pillon puntava più su di loro. Sono cose che capitano, ma all’epoca ci rimanevo male. Ora, però, è passato tanto tempo e non c’è nessun rancore, anzi, ogni volta che ci incrociamo, lo saluto con affetto».
Il punto di forza del Pescara?
«Il centrocampo. Secondo me è uno dei più forti della B».
Il più forte?
«Brugman mi piace tanto e secondo me è pronto per la serie A. L’altro che mi ha impressionato è Mancuso. Non è altissimo, ma nel gioco aereo ha dimostrato di essere molto pericoloso».
Il Pescara a gennaio ha trattato diversi attaccanti, ma alla fine non è arrivato nessuno. A questa squadra manca un bomber da affiancare a Mancuso?
«No, Monachello è forte e può fare bene. Non è stato molto continuo nel rendimento, ma è un giocatore che può segnare tanti gol per come gioca Pillon».
Pescara è da serie A diretta?
«Per i primi due posti la vedo un po’ dura perché ci sono squadre con organici superiori, però può tranquillamente puntarci tramite i play off».
Le favorite?
«Brescia, Benevento, Palermo e Verona si giocheranno le prime due posizioni».
Il giovane più forte?
«Maggiore dello Spezia»
C’è un nuovo Tiribocchi?
«No, ma giocatori forti ci sono. Moreo del Palermo, Donnarumma del Brescia e Okereke dello Spezia. Questi tre sono davvero bravi».
Questa serie B le piace?
«Quest’anno il livello si è alzato, ma ai miei tempi il campionato era molto più competitivo e affascinante»
I suoi maestri chi sono?
«Papadopulo, Conte e Spalletti». (l.d.m.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.