Verratti: ho sbagliato, ma mi rifarò 

Sabato sera a Milano la sfida contro il Portogallo: «Dobbiamo vincere per chiudere il girone al primo posto»

FIRENZE. «Questa Italia è guarita e adesso vuole riconquistare i suoi tifosi, possiamo riuscirci seguendo la strada che abbiamo intrapreso. Mi piace la filosofia di Mancini, credo possa essere la migliore per il futuro». Marco Verratti suona la carica in attesa della sfida di sabato a Milano contro i campioni d'Europa del Portogallo decisiva per la Nations League. Vincendo gli azzurri potrebbero approdare alla Final Four dopo aver rischiato la retrocessione fino a poco tempo fa. Il 26enne centrocampista di Manoppello torna sul ritiro della patente e sulla notte brava di Parigi ribadendo di aver sbagliato.
Verratti, sembrava finita, invece l’Italia ha la possibilità di vincere il girone.
«Al primo posto ci crediamo per davvero. Sabato sarà una sfida bella e difficile. Dobbiamo battere il Portogallo».
Contro Ucraina e Polonia, l'Italia ha convinto sul piano del gioco. Il 4-3-3 funziona?
«Stiamo giocando bene, dobbiamo continuare così, senza cambiare il modulo».
Come si trova accanto a Jorginho?
«Mi piace giocarci assieme, avere in mano sempre il pallino. Non credo che sia un centrocampo leggero, per me è la strada giusta».
Sabato l’Italia tornerà al Meazza a un anno di distanza dal match con la Svezia che l’ha fatta fuori dal Mondiale.
«Quel giorno abbiamo vissuto uno dei momenti più brutti (Verratti non era in campo, ndr). Ventura? Non mi va di parlare di lui, non tutte le responsabilità sono state sue ma un’idea ce l’ho e la tengo per me. Pensiamo a ripartire e a far sì che la gente torni a innamorarsi della Nazionale. È il nostro obiettivo».
Si è parlato molto della sua nottata parigina. Vuole dire qualcosa?
«Ho passato una settimana difficile perché ho fatto una cazzata. Ho chiesto subito scusa perché rappresento un grande club e tante persone. Sono però contento che le mie scuse siano state accettate, si va avanti. Le critiche? Non faccio mai caso a quello che dice la stampa o qualunque altra persona nei miei riguardi. Gioco per una squadra e una società che hanno stima e fiducia in me».
C’è la possibilità che a fine stagione Verratti lasci il Psg?
«Non sono stufo di stare in Francia. Gioco in un grande club da 7 anni, non ho mai avuto problemi con nessun allenatore e da quando è partito Ibrahimovic ho avuto più responsabilità, evidentemente mi considerano importante, io ho ancora più voglia di vincere con questa maglia».
Come sta Buffon?
«Gigi è felicissimo a Parigi, si allena con l’entusiasmo di un bambino e ha già contagiato tutti. Ha una voglia incredibile, questo ha fatto sì che accettasse una nuova esperienza. La Nazionale? Buffon non deve dimostrare nulla. Per lui le porte saranno sempre aperte se ci sarà bisogno, ma non ne abbiamo mai parlato».
Chiudiamo con gli insulti negli stadi italiani. Ancelotti, un suo ex allenatore, ha detto che bisognerebbe fermarsi.
«Sono d'accordo, se non facciamo qualcosa di eclatante le cose non cambieranno mai. Bisogna fermarsi altrimenti i bambini cresceranno con la convinzione che se vinci sei buono, se perdi sei cattivo. All’estero non esistono queste situazioni, in Francia mi è capitato solo quando abbiamo giocato a Marsiglia. Venire insultati anche nella sfera privata non è ammissibile, capiamo la passione che c'è in Italia e la delusione che una persona può provare dopo una sconfitta, ma le offese non dovrebbero esserci».
Angelo Caradonna