L'allenatore del Bari Vincenzo Vivarini, 53 anni, di Ari

L'INTERVISTA / PARLA IL DOPPIO EX

Vivarini: «Ascoli favorito Pescara, vinci la paura» 

L’allenatore di Ari fa le carte al derby: «Il Delfino deve imporre il gioco»

PESCARA. È tornato in pista per riprendersi la serie B. Otto giorni fa Vincenzo Vivarini ha preso il posto di Giovanni Cornacchini con l’obiettivo di riportare il Bari del patron De Laurentiis tra i cadetti e riassaporare la categoria che lo ha visto protagonista negli ultimi anni. Finora quattro punti in due gare, un buon impatto per iniziare la rincorsa al vertice. Intanto domenica il 53enne tecnico di Ari seguirà la sfida tra le sue ex squadre. L’Ascoli, portato a una tranquilla salvezza nella passata stagione, e il Pescara, il club dove è stato calciatore, vice di Maurizio Sarri e, nel 2007, allenatore.
Vivarini, tra quattro giorni il derby Ascoli-Pescara: che gara si aspetta?
«Sulla carta i bianconeri sono favoriti, ma è difficile fare pronostici. A livello psicologico l’Ascoli si presenta in condizioni migliori, nonostante la sconfitta di Cremona. L’undici di Zanetti viaggia sulle ali dell’entusiasmo e l’ambiente è molto carico. Viceversa, il Pescara è chiamato a riscattare il passo falso casalingo con il Crotone e tutti si attendono una prova d’orgoglio».
Che tipo di avversario troverà il Delfino?
«L’Ascoli ha giocatori veloci, gioca su buoni ritmi e al tempo stesso è attento a non sbilanciarsi troppo. Attenzione a Ninkovic e Da Cruz, sono due frecce pericolosissime. Rispetto alla squadra che ho allenato nella passata stagione quella attuale è più solida, ma meno aggressiva».
I punti deboli dei bianconeri?
«Non ne vedo molti, coprono bene gli spazi e sono forti in tutti i reparti. Forse in difesa potrebbero concedere qualcosa e in tal caso il Pescara dovrà essere bravo ad approfittarne. A mio avviso l’Ascoli può puntare alla promozione diretta. L’anno scorso siamo ripartiti dalle ceneri impostando un lavoro che in estate ha avuto un seguito importante. All’ossatura del 2018-19 sono stati aggiunti elementi di notevole spessore. Sono contento per la società che ha forti motivazioni e per la piazza che, come quella pescarese, merita tante soddisfazioni».

L'allenatore del Pescara Luciano Zauri, 41 anni

Invece a Pescara tirano già venti di crisi.
«Purtroppo con il Crotone è stata una serata triste. Può capitare, l’essenziale è che il gruppo non perda la convinzione e non si faccia condizionare dal risultato. La squadra di Zauri ha poca fisicità, però ha enormi qualità tecniche. Ecco perché ritengo che i biancazzurri debbano provare sempre a imporre il loro gioco. Se subentra la paura, inevitabilmente crescono le difficoltà».
Zauri cerca nuove soluzioni tattiche e pensa di passare dal 4-3-3 al 3-5-1-1. Scelta saggia?
«Zauri conosce la rosa alla perfezione e saprà scegliere il sistema di gioco più adatto. Il modulo è relativo, contano piuttosto l’interpretazione e l’atteggiamento. Dall’esterno, posso solo dire che una squadra con quelle caratteristiche deve avere il pallino del gioco in mano. Non credo che i biancazzurri possano pensare a difendersi, devono giocare a viso aperto perché hanno calciatori che sanno trattare il pallone. Se ci riuscissero potrebbero ottenere buoni risultati. Al contrario, rischierebbero di avere problemi qualora rinunciassero a giocare».
L’infortunio di Tumminello ha complicato i piani.
«Certamente. Non bisogna dimenticare che è stato ingaggiato per rimpiazzare un bomber straordinario come Mancuso. Non conosco bene la lista, ma forse un pensierino agli svincolati andrebbe fatto. In ogni caso, non sono così pessimista. In società ci sono persone che hanno dimostrato di essere molto competenti. E sono convinto che, se dovessero servire, a gennaio arriverebbero i necessari correttivi».

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