Maurizio Zamparini, patron del Palermo, e Daniele Sebastiani, presidente del Pescara

IL PATRON ROSANERO

Zamparini-Sebastiani, che sfida

Il proprietario dei siciliani: "Voi in vetta con merito". Il presidente del Delfino: "Gara da tripla"

PESCARA. Il big match di questa sera allo stadio Barbera (ore 21) contro il Pescara potrebbe essere la sua ultima partita da proprietario del Palermo. A breve Maurizio Zamparini dovrebbe cedere il 70% del pacchetto azionario a un fondo internazionale, anche se è probabile che resti in società come consulente. Nel frattempo, il 77enne imprenditore friulano anticipa i contenuti del confronto tra i biancazzurri, primi in classifica con 22 punti, e la sua squadra che insegue a una sola lunghezza.

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«Il Pescara merita di stare in vetta», afferma Zamparini, «finora ha espresso un buon calcio, anzi, diciamo che gioca a memoria. Ha un organico ben assortito e in panchina c’è un allenatore che ha creato un bel gruppo. Bepi Pillon mi piace, è un ottimo tecnico, come il nostro, Roberto Stellone».
In effetti, da quando l’ex Frosinone è tornato sulla panchina dei siciliani, Nestorovski e compagni hanno ottenuto risultati straordinari (13 punti in 5 partite). «La colpa è mia se il Palermo è in leggero ritardo rispetto alla tabella di marcia. Avrei dovuto confermare Stellone alla fine del campionato scorso, ma ho pensato che fosse un profilo più adatto alla serie A che non alla B. In ogni caso, siamo in ripresa e speriamo di continuare così».
Zamparini non si sbilancia sul pronostico, ma non nasconde l’ottimismo. «Chi vincerà? Non mi esprimo. Siamo indietro di un punto, però il Palermo ha una rosa forte. Anche i cosiddetti rincalzi sono giocatori di grande spessore. Siamo un po’ come la Juventus in serie A e Stellone ha un ampio ventaglio di scelte». A proposito, il tecnico da qualche mese si è stabilito a Pescara con la famiglia. «Ha scelto una città bellissima, dove si mangia un ottimo pesce». Il discorso si sposta su Brugman che nel 2015-16 è stato in prestito al Palermo, ma a fine stagione Zamparini non ha esercitato l’opzione di riscatto e l’uruguaiano è tornato al Pescara. «La mia stima nei confronti di Brugman è immutata. Mi piace molto come calciatore, ma non l’ho riscattato perché costava troppo (2 milioni di euro, ndr)».
Zamparini è al comando della società rosanero dal 2002. Sedici anni di enormi soddisfazione e qualche delusione. In poco tempo ha portato il Palermo dalla B ai primi posti della A (ben cinque volte 5°) conquistando l’accesso alla coppa Uefa (l’attuale Europa League). Sotto la sua gestione, sono sbarcati in Sicilia giocatori del calibro di Grosso, Barzagli, Cavani, Dybala, Pastore e Toni, solo per citarne alcuni. Le due retrocessioni in B (2012-13 e 2016-17) e la situazione incerta del club hanno creato una pesante spaccatura con la tifoseria. Questo è un punto in comune tra Zamparini e Sebastiani. «I tifosi guardano solo al risultato sportivo, invece bisogna fare attenzione ai bilanci. Mi sono stufato di tirare fuori venti milioni all’anno, è una cosa che in Italia non può fare più nessuno. Non conosco bene Sebastiani, ma è di certo un bravo imprenditore. Ed è riuscito a ottenere bei successi con il Pescara».
Le ultime. Salvi sostituirà lo squalificato Rispoli. Stellone ha provato il 3-4-1-2 con Trajkovski alle spalle di Puscas e Nestorovski, ma anche un 4-4-2 piuttosto offensivo con Embalo e Falletti esterni di centrocampo. Rosanero con il lutto al braccio, prima del fischio d’inizio un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime causate dal maltempo che ha colpito nei giorni scorsi la provincia di Palermo.
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