Zeman divide i tifosi del Pescara

Gli ultrà non gli perdonano l’addio del 2012, ma la gran parte del pubblico è dalla sua parte

PESCARA. L’ultima gara casalinga della stagione lascia sul terreno cumuli di macerie. E non per il risultato finale, dal momento che il Pescara si congeda dai propri tifosi conquistando la seconda vittoria stagionale all’Adriatico. Ma la contestazione andata in scena lunedì sera nel secondo tempo della gara con il Palermo aumenta la preoccupazione in ottica futura. La curva Nord è contro Daniele Sebastiani con i Rangers in prima fila e pronti ad una “guerra” ad oltranza contro il presidente del Delfino. I rapporti si sono deteriorati già da alcuni mesi e gli ultras biancazzurri non sembrano affatto intenzionati a fare un passo indietro.
In pratica, è altissimo il rischio che la contestazione nei confronti del presidente prosegua anche nel prossimo campionato di serie B. «Accetto le critiche», ha detto Sebastiani nel post partita, «ma quando vengo offeso a livello personale non mi sta bene più. Stavolta sono stati oltrepassati i limiti». Il riferimento è agli insulti destinati alla figlia Michela, legata sentimentalmente ad Alessandro Bruno. Una situazione insostenibile che avrà risvolti anche sul calciomercato. «Bruno andrà via», ha confessato Sebastiani, «l'unico giocatore che lascerà sicuramente il Pescara è lui, perché merita ben altro e non questo trattamento». Il clima è intriso di veleni, perciò Sebastiani ha confermato di essere disposto a togliere il disturbo. «Sto lavorando verso una direzione che mi porterà ad uscire dalla società». A fine aprile il maggiore azionista del Delfino ha ricevuto la visita del magnate kazako Ussein Kassanov, proprietario insieme al fratello Ziyatdin della Kassanov investment group (Kig) una holding che opera nell’immobiliare, nel settore alberghiero, nello stoccaggio e distribuzione di petrolio, oltre che nel campo siderurgico e minerario. Si attendono novità dalla trattativa, che però è ancora in fase embrionale. Parallelamente potrebbero riaprirsi discorsi con l’ex ad Danilo Iannascoli.
Nel frattempo, per la prima volta, anche Zdenek Zeman è finito nel mirino dei tifosi. In verità, i fischi al boemo e gli inviti a tornarsene a Roma lanciati dagli ultras hanno creato una spaccatura interna tra i supporters biancazzurri. Non tutti allo stadio hanno gradito la presa di posizione della curva Nord che evidentemente non ha ancora perdonato al boemo l’addio del 2012. E anche sui social network molti sportivi si sono schierati dalla parte del tecnico. L’atmosfera tesissima rischia di condizionare il futuro. Non sarà semplice scrollarsi di dosso le ripercussioni di un’annata da dimenticare. Inoltre, fa discutere la scelta di Zeman che ha solidarizzato con il presidente. «Le colpe non sono di Sebastiani perché la squadra non l’ha fatta lui», ha detto il boemo al termine della gara col Palermo. E allora tutti si sono chiesti: chi l’ha costruita? Zeman ha preferito evitare di pronunciare il nome del responsabile (Oddo? Il ds Leone? Qualche procuratore?). Chiunque l’abbia fatta non può essere considerato l’unico colpevole perché quando si disputa una stagione così deludente le responsabilità sono di tutti: giocatori, dirigenti e allenatore.
Gioia Zuparic. Il difensore del Pescara Dario Zuparic ha conquistato lo scudetto in Croazia con l’HNK Rijeka con una giornata di anticipo.
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