Zeman, il Pescara e un sogno: «La salvezza? Ci proveremo»

Primo allenamento al Poggio degli Ulivi, poi la conferenza stampa di presentazione: «Devo qualcosa a questa piazza. Siamo ultimi, e bisognerà giocare ogni partita al massimo. Ai ragazzi chiedo una reazione già con il Genoa»

PESCARA. «Devo dare qualcosa alla piazza. Siamo ultimi, perciò bisogna giocare ogni partita al massimo per vincere». Zdenek Zeman spiega i motivi che lo hanno indotto a dire sì al Pescara e indica la strada per giocarsela fino all’ultimo, sapendo che servirà il classico miracolo sportivo per evitare una B che sembra ormai dietro l’angolo. Al Poggio degli Ulivi ha appena concluso il suo primo allenamento con la squadra, iniziato di buon mattino. Ora c'è l'incontro con i giornalisti. «Realisticamente raggiungere la salvezza è difficile, noi ci proveremo pensando anche a costruire qualcosa di buono per la prossima stagione», dice il boemo che non vede gli abruzzesi inferiori a Empoli, Palermo e Crotone.

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«Questa squadra ha dei valori, non credo che sia inferiore, però bisogna dimostrarlo sul campo» ha dichiarato Zeman nel corso della conferenza stampa. «Al di là degli errori che ci sono stati devo dire che finora il Pescara è stato anche molto sfortunato». Zeman dunque riparte dal Pescara. Il presidente Sebastiani lo ha scelto per il dopo-Oddo e il boemo ha subito accettato cancellando gli screzi del passato. «Abbiamo risolto - spiega nel corso della conferenza stampa di presentazione. «Ci ero rimasto male perchè dovevo allenare il Pescara nel 2015, ma i presidenti hanno la facoltà di scegliere come meglio credono...Cosa dico a chi mi dava per finito? Nulla, devono dirlo per forza», sottolinea Zeman che ai suoi chiede «una reazione già nella partita contro il Genoa, è questo quello che mi aspetto dai ragazzi». Nel 2012 l’ex allenatore della Lazio lasciò Pescara per dire sì alla Roma. «Non sono pentito perchè qualsiasi allenatore avrebbe accettato l’offerta della Roma». E il presidente del Delfino Daniele Sebastiani: «Il ds Pavone ha chiamato il mister e quindi ci siamo incontrati. Ci abbiamo messo un minuto e mezzo per trovare l'accordo».

QUATTORDICI PARTITE DA GIOCARE. «Spero che la squadra riesca a seguirmi e a fare calcio, dobbiamo fare qualcosa in termini di punti. Ci sono 14 partite da giocare, e penso al presente ma anche al futuro. La salvezza è difficile. Sono venuto a Pescara per lavorare, ci dobbiamo provare cercando di fare il meglio possibile», dice Zeman. E sui suoi detrattori: «I miei nemici dicono che sono finito? Lo devono dire per forza, anche per la mia età». Una battuta spetta anche al presidente Daniele Sebastiani: «Dobbiamo lavorare, ma spero che i giocatori non diventino troppo bravi perché poi il presidente me li vende». Poi un giudizio sul materiale tecnico a disposizione: «Questa squadra può competere anche se la classifica dice una cosa diversa. Oddo? Non l'ho sentito. Ci sono stagioni che vanno bene e altre no. Lui non ha certo finito di allenare. Ai tifosi dico che la situazione è brutta e loro non sono contenti, spero però ci daranno una mano durante la partita».

LA SCHEDA. Nato a Praga nel 1947, Zdenek Zeman si trasferisce a Palermo nel 1968 dallo zio Cestmir Vycpalek, ex allenatore della Juventus. Dopo buone stagioni a Licata, viene ingaggiato prima dal Foggia (Serie C1) e poi dal Parma in B. Zeman torna in Sicilia alla guida del Messina, dove ha modo di lanciare in prima squadra Schillaci. Dopo una stagione alla guida del Messina viene ingaggiato nuovamente dal Foggia, neopromosso in Serie B. Nasce quindi, nel 1989, il «Foggia dei miracoli», caratterizzato dal 4-3-3. La squadra, dopo aver vinto il campionato di Serie B 1990-1991, si salverà per tre stagioni nella massima serie. Nel 1994-1995 viene ingaggiato dalla Lazio. Con la compagine biancoceleste, con cui resterà per altre due stagigioni, il tecnico boemo centra al suo primo anno il secondo posto. Il presidente Franco Sensi gli offre poi la panchina della Roma. Ottiene il quarto posto e nel campionato 1998-1999, Zeman, che diventa famoso anche per le accuse di abuso di farmaci che portano la Juventus alla sbarra per "frode sportiva", giunge quinto non venendo poi confermato per la stagione successiva. Dopo l’esperienza in Turchia con il Fenerbahce di tre mesi, ritorna in Italia per allenare il Napoli appena promosso in A. Dopo due punti conquistati in 6 partite viene esonerato. L’anno successivo torna in serie B prima con la Salernitana e poi con l’Avellino. Nella stagione 2004-2005
Zeman torna in A sulla panchina del Lecce, ottenendo la salvezza. Il 5 marzo 2006 assume la guida tecnica del Brescia, in B, ma manca la qualificazione ai play-off. Nel suo curriculum ci sono poi Lecce, Stella Rossa di Belgrado e di nuovo Foggia. Il 21 giugno 2011 diventa l’allenatore del Pescara, riportando la squadra abruzzese in serie A dopo diciannove anni, vincendo il campionato. Da qui il ritorno alla Roma, per far dimenticare Luis Enrique: la stagione parte bene, poi c’è l’esonero. Dopo un anno di stop, il 2 luglio 2014 diventa il nuovo allenatore del Cagliari, ingaggiato dalla nuova proprietà targata Tommaso Giulini. Nonostante alcuni exploit (4-1 in casa dell’Inter), la squadra non decolla e il 23 dicembre, cinque giorni dopo la sconfitta subita in casa dalla Juventus per 1-3, viene esonerato con la squadra terzultima con 12 punti in 16 giornate. Al suo posto Gianfranco Zola, a sua volta licenziato dopo 10 partite. Zeman viene richiamato, ma il 21 aprile 2015, dopo 4 sconfitte consecutive, si dimette. Il boemo riparte dalla Svizzera. A giuno del 2015, infatti, firma per il Lugano, neopromosso nella massima serie elvetica. La squadra si salva all’ultima giornata e perde la finale di Coppa contro lo Zurigo, squadra appena retrocessa nel campionato di seconda divisione svizzero. A fine stagione lascia il Lugano, oggi il ritono a Pescara dove prende il posto di Massimo Oddo e una squadra ultima in classifica con 9 punti in 24 partite, 13 in meno dell’Empoli quartultimo.