Acqua a rischio, battaglia sulle parti civili 

In quattordici chiedono di essere ammessi, il giudice deciderà ad ottobre. Sit-in degli ambientalisti fuori dal tribunale

TERAMO. A chi conosce tempi e procedure delle aule di giustizia una cosa è apparsa evidente sin dalla prima udienza: il processo sull’acqua del Gran Sasso avrà tempi lunghi così come tutti i procedimenti complessi che approdano nei tribunali. Ieri, in un’aula di corte d’assise superaffollata, il primo anticipo con numerose richieste di costituzione di parti civili (per l’esattezza quattordici tra associazioni ed enti) e con le difese dei dieci imputati che hanno chiesto (e ottenuto) tempo per esaminare le varie documentazioni. Se ne riparlerà nell’udienza del 7 ottobre quando il giudice monocratico Lorenzo Prudenzano deciderà quali parti civili ammettere. A scandire la prima giornata del processo anche il sit-in degli ambientalisti fuori dal tribunale con il raduno organizzato dalla Mobilitazione per l’acqua del Gran Sasso.
IL SIT-IN AMBIENTALISTA. Decine gli attivisti che si sono ritrovati all’ingresso del tribunale per chiedere chiarezza e denunciare ancora una volta presunte inadempienze degli enti nella questione sicurezza. Per il portavoce Augusto De Sanctis « se inizia un processo è perché la lotta dei cittadini organizzati in maniera autonoma ha prodotto azioni concrete di vera e propria inchiesta dal basso disvelando documenti, relazioni e notizie che tanti, troppi enti hanno tenuto nei cassetti per anni». Secondo la Mobilitazione alcuni documenti avrebbero rivelato «che i Laboratori di Fisica Nucleare intendevano realizzare un laboratorio B scavando un tunnel e una sala nel versante aquilano del Gran Sasso (a Camarda) o in quello teramano, ad Aquilano di Tossicia». Altra questione sollevata una relazione dei vigili del fuoco riguardante una esercitazione sicurezza del 2008 «in cui si evidenziano gravissime lacune sull’intera filiera della sicurezza».
LE PARTI CIVILI. Sulla costituzione delle parti civili si annuncia la prima battaglia, prima ancora di quella che, molto probabilmente, riguarderà la mole di eccezioni che già dalla prossima udienza le difese presenteranno. Ieri in quattordici, tra enti pubblici, associazioni ambientaliste e dei consumatori, hanno chiesto di essere ammessi. Tra questi il ministero dell’Ambiente e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Lega che già la Procura nella citazione diretta a giudizio ha individuato come parti lese. Tra gli enti che hanno presentato richiesta anche la Regione la Provincia, i Comuni di Teramo e Isola del Gran Sasso e l’amministrazione separata di Casale San Nicola. E poi ancora il Wwf, Legambiente, Cai e Cittadinanza Attiva (quattro delle associazioni che compongono l’Osservatorio indipendente per l’acqua), l’associazione dei consumatori Adusbef, le Gadit e l’Anpa.
GLI IMPUTATI. Nell’elenco degli imputati sono state inserite anche le società Strada dei Parchi e Ruzzo Reti nei confronti dei quali la Procura ( i pm Greta Aloisi, Stefano Giovagnoni e Davide Rosati coordinati dal procuratore Antonio Guerriero) ipotizza l’ipotesi di illecito amministrativo. Gli imputati sono: Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto di fisica nucleare; Stefano Ragazzi, direttore dei laboratori nazionali dell’Istituto di fisica nucleare; Raffaele Adinolfi Falcone, responsabile del servizio ambiente dei laboratori dall’ottobre del 2005; Lelio Scopa, presidente del consiglio di amministrazione della Strada dei Parchi; Cesare Ramadori, amministratore delegato di Strada dei Parchi dal 30 maggio del 2011; Igino Lai, direttore generale di esercizio di Strada dei Parchi con compiti in materia di tutela dell’ambiente dal 2011; Antonio Forlini, oggi ex presidente di Ruzzo Reti e attuale consigliere del Cda; Domenico Giambuzzi, all’epoca dei fatti responsabile dell’area tecnica della Ruzzo Reti; Ezio Napolitani, responsabile dell’unità operativa di esercizio della Ruzzo Reti; Maurizio Faragalli, responsabile del Servizio acquedotto della Ruzzo Reti dal 17 gennaio 2014. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di inquinamento ambientale getto pericoloso di cose.
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