Aereo precipitato, chiesta l’assoluzione

Otto anni fa l’incidente di Corropoli in cui morì il pilota, sotto accusa il proprietario del velivolo

TERAMO. E’ una requisitoria in cui il pm Stefano Giovagnoni non manca di elencare profili di colpa a carico della società rea di non aver messo al corrente il suo dipendente di alcune condizioni di rischio. Ma si conclude con la richiesta di non doversi procedere per omicidio colposo perchè estinto per prescrizione e con la richiesta di assoluzione per disastro aereo perchè il fatto non sussiste. Otto anni dopo la morte di Alessandro Palombi, il 24enne pilota di Priverno (Latina) che nell’agosto del 2008 si schiantò contro una collina con un Piper Pa18 subito dopo il decollo dall’aviosuperficie di Corropoli, il processo volge alla fine: dopo l’udienza di ieri con la requisitoria del pm e le arringhe dei difensori il collegio (presieduto da Flavio Conciatori, a latere Franco Tetto e Enrico Pompei) ha rinviato al 23 giugno per la sentenza.

L’unico imputato è Cristiano Zaccari, rappresentante legale della società romana “Crazy wings” proprietaria dell’aereo pilotato da Palombi che il 12 agosto del 2008 si schiantò a Corropoli. Quella tragica mattina il Piper, che avrebbe dovuto far volare lo striscione pubblicitario lungo tutta la costa abruzzese, non riuscì a prendere quota dall’aviosuperficie di Corropoli e in una manciata di secondi finì contro il costone di una collina e prese fuoco. Zaccari è finito a processo con un’imputazione coatta dopo che il gip aveva respinto la richiesta di archiviazione fatta all’epoca dalla procura. Nel corso delle tante udienze che si sono susseguite tanti sono stati i testi citati sia dalla pubblica accusa sia dai difensori della società. A sfilare in aula tra gli ultimi testi un colonnello dell’associazione nazionale sicurezza volo che all’epoca dei fatti, nell’ambito delle indagini, fece una relazione in cui accertava il mancato rinnovo della certificazione di navigabilità dell’aereo (scaduta l’anno precedente e non ancora rinnovata). Non solo: sempre in aula il teste aveva riferito che mancava anche la certificazione Enac per effettuare lavoro aereo. Ed è proprio sulla base di questa novità che il pm aveva integrato il capo d’imputazione a carico di Zaccari. Si torna in aula a giugno per la sentenza.(d.p.)

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