Alba, la paura corre sotto traccia 

In apparenza l’omicidio non sembra scuotere i residenti Il sindaco Piccioni: «Il delitto è avvenuto qui per caso»

ALBA ADRIATICA. Alba Adriatica il giorno dopo. L’omicidio avvenuto sul lungomare in pieno centro sembra non aver scosso la cittadina. In pochi vogliono parlare dell’accaduto, e chi lo fa chiede l’anonimato.
Perchè la maggior parte dei commenti è sintomo – per dirla con un eufemismo – di una netta cesura fra la cittadinanza albense e la comunità rom. In tanti si stringono nelle spalle di fronte alla morte del ragazzo rom. «C’era da aspettarselo» è uno dei commenti più ricorrenti. Ci sono poi considerazione più crude, accompagnate però dalla raccomandazione a non scrivere il nome «perchè con quelli ci dobbiamo convivere e possono essere pericolosi».
Ma l’ennesimo fatto di cronaca nera non potrà non avere strascichi. «Alba è una città sicura, il fatto è accaduto qui solo per una nefasta casualità». A parlare è il sindaco Tonia Piccioni, che tenta di frenare il potenziale danno di immagine per la località dovuto ad un omicidio nel bel mezzo della zona turistica e della movida estiva. Spiega il primo cittadino: «Assassino e vittima non sono, da informazioni che mi sono pervenute, cittadini o membri della comunità albense, ma di altri comuni vibratiani: qui si sono incontrati per un caso. Poteva capitare ovunque, quindi, in un Paese come l’Italia dove un problema sicurezza esiste. Non è da meno la Val Vibrata, con situazioni di degrado che devono essere affrontate con maggiore attenzione e controllo. Noi ce la stiamo mettendo tutta come Comune, con importanti attività di sorveglianza video e armata, ma abbiamo bisogno anche più forze dell’ordine, che comunque ringrazio per il lavoro quotidiano. Vedo come una conquista, aver ottenuto ad Alba il posto estivo di polizia. Ad ogni modo domattina (oggi per chi legge, ndr) sarò prima in questura e poi in prefettura, per valutare la situazione e implementare la sorveglianza del territorio».
Il danno di immagine, secondo il titolare dell’hotel King, nelle cui vicinanze si è svolto l’accoltellamento, non sarà grave: «Penso che faccia più danni un eventuale inquinamento», osserva Maurizio Barnabei, «tantopiù che i clienti non se ne sono accorti visto che è accaduto tardi». Proprio in viale Mazzini, venerdì sera si terrà un evento con attrazioni e mercatini, voluto dai commercianti della via, che hanno previsto, in accordo col Comune, un imponente servizio d’ordine composto da decine di volontari di alcune associazioni. «Il danno di immagine può essere grave per un territorio che paga già le conseguenze delle calamità dei mesi scorsi», spiegano due dei commercianti più in vista della via, Settimio Rastellini e Stefano Crescenzi, con quest’ultimo che aggiunge: «Inoltre c’è un enorme e problema di sicurezza, ma non credo che ad Alba questo sia più forte che nel resto del Paese. Qui però paghiamo il fatto che certe problematiche, come il degrado del centro città e della mancata integrazione di alcune etnie, non siano mai state affrontate a sufficienza negli ultimi decenni». Un discorso che trova riscontro in quello del presidente di una delle associazioni in prima linea per il recupero del centro cittadino, Renato Pantoli della Pro loco storica: «Il problema di Alba è che ospita un quartiere considerato la centrale dello spaccio di stupefacenti dell’intera vallata e non solo: quello della stazione che, seppur biglietto da visita per migliaia di turisti, è anche partenza di un forte degrado che sconfina sul centro cittadino e oltre. E’ una zona abbandonata a se stessa, dove la criminalità lavora allo scoperto. E’ necessaria qui una presenza fissa di uomini in divisa come deterrente, ma anche che si cominci finalmente a parlare di riqualificazione e decoro urbano».
(ha collaborato
Luca Tomassoni)
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