Arriva il farmacista-tutor che aiuta i malati d’asma

Parte un progetto pilota a Teramo, Alba e Sant’Egidio per usare bene i farmaci Di Giuseppe: «Spesso i pazienti sbagliano i dosaggi o mischiano le medicine»

TERAMO. I farmacisti diventano tutor dei pazienti. Parte in provincia un progetto pilota che per il momento interesserà Teramo, Sant’Egidio e Alba Adriatica. E’ questo uno degli argomenti trattati nell’assemblea dell’ordine dei farmacisti che si è tenuta giovedì, in cui sono stati approvati il bilancio consuntivo e quello di previsione. Si è parlato di spesa sanitaria, dispensazione dei farmaci, patto per la salute, di questione occupazionale, fra cui della riduzione all’1% del contributo alla cassa mutua Enfap per i farmacisti non occupati. E anche del “Mur” (l’acronimo di revisione nell'utilizzo dei medicinali), un progetto pilota patrocinato dalla federazione degli Ordini che ha come obiettivo di testare quello che sarà un progetto da estendere in tutte le farmacie d’Italia.

«L’obiettivo», spiega Silvio Di Giuseppe, presidente dell’Ordine teramano, recentemente eletto nel collegio dei revisori Enfap «è valutare l'avvio di pratiche per migliorare nel paziente la conoscenza dei medicinali che sta assumendo, identificare eventuali effetti collaterali e se possibile indicare soluzioni. Fra un anno, una volta validato il sistema, si potrebbe farlo rientrare nella convenzione del sistema sanitario nazionale». A Teramo città sanno coinvolte per ora due farmacie, Di Pierro e Iannetti Caccia; a Sant'Egidio Di Matteo e Comunale; ad Alba Parere e Bruni.

A giorni partirà la formazione dei farmacisti e a maggio il progetto. «Per adesso», continua Di Giuseppe, «è mirato alla patologia dell'asma, ma poi si estenderà a tutte le patologie croniche. In sostanza si individuano i pazienti con l'asma, gli si sottopone un questionario con tutti i dati: da quanto tempo prende i farmaci, se li ha sostituiti, se ne prende altri e come li assume. Si tratta di un'attività specifica del farmacista quale esperto del farmaco e non di uno sconfinamento sul versante medico: non si interviene nelle scelte del curante (ad esempio sul tipo di medicina o sui dosaggi) ma gli si segnalano eventuali anomalie. Si interviene su eventuali errori commessi dal paziente che magari ha dimenticato le dosi, fa un eccessivo ricorso ai farmaci (ad esempio di medicinali da banco che interferiscono con la cura prescritta). Risulta l'85% dei pazienti che pensavano di fare la terapia correttamente, in realtà commetteva un errore. Le farmacie prenderanno in carico il paziente, lo seguiranno per un anno». Tutto questo oltre ad avere benefici sui malati porterà anche a una razionalizzazione delle spese per cure vanificate da una non corretta esecuzione della prescrizione medica. Il progetto è coordinato dal professor Andrea Manfrin dell’università del Kent, che elabora i dati dei questionari raccolti nelle farmacie per validare il progetto e avviarlo su scala nazionale.

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