Atletica, niente gare in provincia  I campi scuola sono inadeguati 

Le piste degli impianti di Teramo, Giulianova e Nereto hanno perso la necessaria reattività Chiodi: «Le società Gran Sasso ed Ecologica G costrette a continue trasferte e maggiori spese»

TERAMO. «L’inadeguatezza degli impianti di atletica leggera nella nostra provincia non solo è fonte di maggiori spese per le società, ma diventa anche causa di mancati appuntamenti sportivi sul territorio teramano». Il grido di dolore viene lanciato da Luigi Chiodi, da sempre uno dei massimi rappresentanti dell’Ecologica G di Giulianova e dirigente regionale Fidal. Chiodi sottolinea: «Al termine dell’anno agonistico 2018 le società di atletica leggera della provincia, Ecologica G e Gran Sasso Teramo, tirano le somme dell’attività svolta. Se a livello tecnico le due società si dichiarano ampiamente soddisfatte, non possono dire la stessa cosa a livello finanziario viste le trasferte forzate che hanno dovuto affrontare per svolgere l’attività federale».
Il grido di allarme è legato allo stato dell’impiantistica sportiva nel quale versa la provincia di Teramo, con tre campi scuola di atletica (Giulianova, Teramo e Nereto) inutilizzabili per lo svolgimento di attività agonistiche, obbligando un intero territorio a dover affrontare continue trasferte per far svolgere incontri e gare ai numerosi giovani tesserati. I dirigenti delle due società precisano che annualmente vengono coinvolti quasi 500 ragazzi che praticano atletica con ottimi risultati. Basti ricordare che nel 2018 la Gran Sasso a livello di campionati italiani di società ha ottenuto numerosi piazzamenti sia con le squadre giovanili che assoluti. A questo vanno aggiunti i quattro titoli italiani individuali vinti da Gaia Sabatini e quelli di Lorenzo Mantenuto e Ludovica Montanaro, oltre alla convocazione in nazionale di ben tre atleti. Nelle categorie cadetti e ragazzi le due società si sono distinte a livello regionale portando ben dieci atleti alle finali nazionali cadetti.
La mancanza di impianti idonei certamente non facilita il compito dei sodalizi teramani, che devono fare ogni giorno i conti con spese che aumentano, con sempre meno sponsor che collaborano in nome della regina degli sport e con meno ritorno di immagine. Chiodi afferma: «Ricordo che la nostra provincia, sia a livello tecnico che numerico, rappresenta oggi il punto di riferimento della nostra regione, ma con la attuale situazione degli impianti non si potrà continuare a dare a tanti ragazzi la soddisfazione di cimentarsi in gare nazionali». Grazie all’inadeguatezza degli impianti sono stati persi nel giro di pochi anni tre meeting di atletica, di cui uno internazionale (il Città di Nereto-Atletica sotto le stelle) e due nazionali (il Città di Teramo e il Città di Giulianova in notturna). I mali comuni dei tre impianti secondo Chiodi sono le piste, che hanno perso le caratteristiche della reattività. Per rigenerarle occorrerebbero dai 250 ai 300 mila euro ad impianto, mentre per realizzarle ex novo sarebbero necessari 700mila euro per ogni campo. Qualche problema anche per le aree riservate a lanci e salto. Insomma, la situazione è davvero critica.
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