GIULIANOVA

Bambino di 11 anni chiama i carabinieri e fa fuggire i vandali 

L’episodio è avvenuto in un parco pubblico: lo ha reso noto lo stesso protagonista in un convegno sulla legalità

GIULIANOVA. Se hai undici anni, vedi un atto di vandalismo compiuto da ragazzi più grandi e vi assisti senza dire né fare nulla, vista l’età ci può stare. E sarebbe difficile rimproverarti. Ma a quanto pare c’è anche chi, ancora bambino, ha già sviluppato quella cosa – misteriosa per gran parte degli italiani – che si chiama senso civico.
È il caso di Davide, un undicenne di Giulianova che nel maggio scorso, in un parco pubblico della città, ha visto un gruppo di giovani imbrattare una panchina con le bombolette spray. Il parco in questione, appena un anno prima, era stato ripulito da un gruppo di volontari. Davide ha deciso che quel comportamento non andava bene e che bisognava fermare i vandali. Lui, ovviamente, non poteva fermarli da solo. E con il suo telefonino ha fatto ciò che dovrebbe fare qualsiasi cittadino degno di chiamarsi tale: ha chiamato le forze dell’ordine, in particolare il 112. Il carabiniere in servizio alla centrale operativa della compagnia giuliese dopo un primo, comprensibile momento di esitazione (era facile, vista la voce infantile all’altro capo del telefono, pensare a uno scherzo) lo ha ascoltato attentamente, gli ha dato credito, lo ha tranquillizzato e gli ha assicurato l’intervento dell’Arma.
Così è stato. La pattuglia in servizio a Giulianova quel giorno è intervenuta in pochi minuti nel parco in questione e al suo arrivo gli imbrattatori se la sono data a gambe. I carabinieri hanno poi individuato il bambino che li aveva chiamati e, scesi dall’auto di servizio, gli hanno fatto i complimenti con queste parole: «Bravo, hai dato prova di senso civico, continua così. Chiamaci ancora quando ce ne sarà bisogno».
L’episodio, alcune settimane fa, è stato reso noto in un convegno che si è svolto a Vasto e che aveva come temi l’impegno civico e la legalità. È stato lo stesso Davide a salire sul palco e a raccontare la sua esperienza, e quando ha concluso la platea è scoppiata in un applauso caloroso. Uno spettatore del convegno ha scritto una lettera al comandante della compagnia di Giulianova, il capitano Domenico Calore, che ha verificato quanto accaduto quel giorno di maggio e ha fatto i complimenti ai suoi uomini intervenuti nell’occasione, in particolare all’operatore della centrale che ha risposto al bimbo.
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