Beffati i ladri dei quadri del Ghirlandaio

Il gallerista Di Maida: «Ho io i certificati delle due tele, è impossibile piazzarle»

GIULIANOVA. «Un furto inutile che non porterà ai ladri nessun risultato economico». E' il commento di Angelo Di Maida, il gallerista cinquantasettenne giuliese che si è visto sottrarre dalla propria abitazione una coppia di opere del pittore rinascimentale Michele Tosini, meglio conosciuto come Michele di Ridolfo del Ghirlandaio. Il collezionista aggiunge: «Chi ha rubato i dipinti ha dimenticato, forse perchè inesperto, di prelevare le relative autentiche comprensive dell'expertice del perito. Documenti che accompagnano sempre pezzi di pregio e che certificano anche la legittimità del possesso degli stessi».

Angelo Di Maida non ha dubbi: «Sarà difficilissimo collocare anche presso privati i due dipinti giacchè tutti i normali circuiti sono stati già allertati. E' pericoloso tenerli anche in casa giacchè si rischia comunque di incorrere nei reati di furto e ricettazione». Il gallerista è convinto che le strade dei malviventi siano sbarrate: «Per il caso si sono già mosse autorità competenti nel settore artistico e culturale a livello internazionale per cui le chance dei malviventi sono ridotte davvero al lumicino. Consiglio a chi in questo momento è in possesso della refurtiva di fare in modo che la stessa venga recuperata in maniera indolore».

Intanto c'è stata la conferma che sull'episodio si starebbero muovendo i carabinieri di Roma di piazza Sant'Ignazio, esperti nel recupero di opere d'arte di un certo valore artistico e commerciale. Gli uomini dell'Arma sono alla ricerca di due opere olio su tavola. La prima raffigurante una Madonna con bambino e San Giovannino con sfondo di paesaggio rinascimentale (misura centimetri 78 x 58) e la seconda sempre Madonna con bambino e San Giovannino, ma senza sfondo (misura centimetri 56,5 x 44,5). I ladri si sono preoccupati di togliere i quadri dalle rispettive cornici. Dall'appartamento di Angelo Di Maida è stata rubata anche un'icona russa dell'ottocento (misura centimetri 25 x 30) con rappresentazione di soggetti sacri su sottile lamina d'oro. Valore della refurtiva stimata in 170mila euro.

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la dinamica, partendo dal fatto che il gallerista durante le festività natalizie è tornato ad Agrigento per trascorrere alcuni giorni con la famiglia. Ciò che desta maggior sospetto è la facilità con cui i malviventi si sono introdotti nell'abitazione. Nessun segno di effrazione sulla porta d'ingresso o sulle imposte. Sembra scontato che i ladri siano entrati dalla porta principale che, al ritorno di Angelo Di Maida, era perfettamente chiusa con tre mandate. Le forze dell'ordine stanno indagando tra le persone che conoscevano le abitudini del gallerista e che a vario titolo hanno frequentato l'abitazione venendo in possesso della copia delle chiavi d'ingresso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA