Brigadiere a giudizio Teste apre un caso in aula 

Secondo la deposizione, un testimone dell’accusa sarebbe stato forzato  dai carabinieri per «cercare di incastrare» l’imputato. Gli atti trasmessi al pm

TERAMO. L'istruttoria del processo a Fiorenzo Boccuzzi, il brigadiere di 50 anni all'epoca in servizio al nucleo radiomobile di Teramo (ed oggi sospeso) imputato per concussione, si chiude con la richiesta del pm Luca Sciarretta della trasmissione degli atti al pubblico ministero per valutare eventuali notizie di reato nelle dichiarazioni rilasciate da un teste della difesa. Teste che ieri in aula, davanti al collegio (presidente Franco Tetto, a latere Sergio Umbriano e Lorenzo Prudenzano), ha smentito le dichiarazioni rilasciate, sia durante le indagini che in aula, dal titolare del negozio di moto dal quale Boccuzzi avrebbe portato via un casco e dei guanti pretendendo di pagarli meno del dovuto. Nella sua testimonianza l'uomo ha detto di conoscere sia il commerciante, in quanto suo nipote, sia Boccuzzi, che ha «sempre ritenuto una persona integerrima» sostenendo, dopo aver letto dell'inchiesta sul giornale, di aver chiamato il suo parente per chiedere spiegazioni. «Mi disse che Boccuzzi era andato nella sua officina per comprare un casco da moto e che aveva regolarmente pagato», ha detto il testimone in aula, «e che successivamente era stato chiamato dai carabinieri che gli avevano fatto firmare un verbale non consono a quello che aveva dichiarato. E che gli fu detto: "dobbiamo cercare di incastrarlo". Mi disse anche che era rammaricato di aver firmato un documento non vero e che si era sentito intimorito e sperava di non beccarsi una denuncia per falsa testimonianza».
Nel corso della stessa udienza sono stati ascoltati anche gli ultimi due testi dell'accusa, due carabinieri all'epoca entrambi in servizio presso il reparto operativo dei carabinieri di Teramo, che hanno ripercorso le fasi delle indagini, e altri tre testi citati dalla difesa tra i quali l'ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Teramo Nazario Giuliani, che aveva acquistato un appartamento in una palazzina dove successivamente aveva preso un appartamento anche Boccuzzi e dove lavorava un idraulico al quale l'imputato avrebbe chiesto delle prestazioni lavorative gratuite. Vicenda che l'idraulico avrebbe segnalato all'ex comandante del reparto operativo, che inizialmente non gli avrebbe creduto. «Quando le segnalazioni su Boccuzzi si sono moltiplicate mi è tornato in mente questo fatto e ho messo in contatto l'idraulico con i colleghi», ha detto Giuliani, che rispondendo alle domande del legale dell'imputato ha detto di non aver partecipato all'epoca alle indagini su Boccuzzi e di non avere alcun procedimento, civile o penale, in corso contro l'imputato o la moglie. Il legale di Boccuzzi si è riservato di produrre documentazione al riguardo.
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