Brucchi su La Torre: presto dal governo i soldi per la bonifica

Il primo cittadino spera nei fondi cercati da Tancredi Per chiudere la ferita dell’ex discarica servono tre milioni

TERAMO. Solo un contributo regionale o del governo può sbloccare la bonifica dell'ex discarica. E' «un brutto compleanno» quello che ricorda al sindaco Maurizio Brucchi il crollo dei rifiuti nell'impianto di contrada La Torre il 17 febbraio del 2006. Per chiudere la ferita aperta da dieci anni nella campagna che sovrasta la vallata del Tordino servono tre milioni di euro che nelle casse comunali non ci sono. «Non abbiamo soldi per un intervento di questo tipo», conferma il primo cittadino, «e non spetterebbe neppure a noi trovarli, visti gli sviluppi di una vicenda gestita male fin dall'inizio».

Nonostante tocchi a lui spegnere le dieci candeline dell'amaro compleanno, il sindaco si dice ottimista. «Ritengo che a breve», osserva, «potremo annunciare l'arrivo del finanziamento per chiudere l'ex discarica». L'amministrazione si è affidata alla mediazione del deputato Paolo Tancredi e attende dal governo la conferma di uno stanziamento adeguato. «Non siamo stati a guardare», assicura il primo cittadino, «ci siamo rivolti anche alla Regione ma il sito di contrada La Torre non è stato ricompreso tra quelli inquinati destinatari di finanziamenti per la bonifica». Secondo Brucchi si tratta di un paradosso perché l'Arta, l'agenzia regionale per l'ambiente, considera l'ex discarica un pericolo che va disinnescato al più presto.

Il comitato civico della zona, che ha seguito passo per passo la decennale vicenda partita dal crollo dei rifiuti e passata attraverso due inchieste giudiziarie con processi ancora aperti, chiede comunque al sindaco di farsi carico della questione e mantenere gli impegni presi per una soluzione definitiva. «Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo», replica il primo cittadino, «rinunciando anche all'appello al consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha impedito l'ampliamento della discarica». L'apertura di un nuovo spazio per lo stoccaggio dei rifiuti a detta del primo cittadino avrebbe permesso al Comune d'incamerare risorse sufficienti per bonificare e chiudere lo spazio già saturato. «Ma avevo preso un impegno con i cittadini», tiene a evidenziare, «e l'ho mantenuto». Brucchi non ci sta a passare per il capro espiatorio di una storia nata male, all'epoca dell'amministrazione di centrosinistra guidata da Angelo Sperandio, e proseguita peggio. «Fin dall'inizio la discarica è stata utilizzata in modo improprio», tiene a precisare, «quando rendeva economicamente sarebbe stato necessario accantonare risorse per la sua chiusura, ma questo non è stato fatto». Dopo il crollo, da cui è scaturita la prima inchiesta, sono stati stanziati dalla protezione civile 2,2 milioni di euro per la messa in sicurezza ma anche in questo caso qualcosa non ha funzionato ed è scattata una seconda indagine. Brucchi non vuole entrare nel merito di vicende giudiziarie ancora in corso, ma si riferisce a questo quando parla di responsabilità non riferibili alla sua amministrazione. Il Comune avrebbe potuto accendere un mutuo per la bonifica, ma gli sarebbero mancate ancora una volta le risorse da destinare ad altre priorità come le manutenzioni stradali.

Gennaro Della Monica

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